
La mistica di periferia nell'iPod di Totti, la nostalgia in quello di Zeman
Il beneficiario del tutto si chiama Dr. Dre (nome d’arte, non preoccupatevi) rapper e produttore in lieve declino, finché non ha avuto la grande idea. Progettare delle cuffie, sostenendo che solo con quelle la musica si sentiva “davvero” e poi lavorandoci con classe quanto a packaging e promozione. Così sono nate le Beats, le cuffie-status dei vip e dei “vorrei esserlo”, che costano tanto ma fanno un figurone quando, per esempio, una squadra di calcio sfila davanti alle telecamere, scendendo dal bus che la scarica davanti agli spogliatoi.
Il beneficiario del tutto si chiama Dr. Dre (nome d’arte, non preoccupatevi) rapper e produttore in lieve declino, finché non ha avuto la grande idea. Progettare delle cuffie, sostenendo che solo con quelle la musica si sentiva “davvero” e poi lavorandoci con classe quanto a packaging e promozione. Così sono nate le Beats, le cuffie-status dei vip e dei “vorrei esserlo”, che costano tanto ma fanno un figurone quando, per esempio, una squadra di calcio sfila davanti alle telecamere, scendendo dal bus che la scarica davanti agli spogliatoi. Avete presente? Già, ma cosa diavolo sentono questi atleti di dio, con le loro supercuffie? Quali musiche scelgono per coadiuvare il rilassamento o scatenare lo spirito guerriero? Insomma cosa mettono i campioncini nell’iPod, per ascoltarlo masticando la gomma, e con gli occhi a mezz’asta?
E’ affiorata la playlist del roster della A.S. Roma e il commento critico è d’obbligo, magari in relazione a quello che i protagonisti combinano sul rettangolo di gioco. Dimmi cos’hai in cuffia e ti dico che giocatore sei. O che mister, dal momento che anche Zdenek Zeman s’è sottoposto alla procedura, denunciando ascolti vagotonici, dal nostalgico duro (“My Way”, “Donna Cannone”), all’aziendalista (“Roma Capoccia”), al surreale (“Bohemian Rhapsody”). Comunque scaletta di lusso, messa al confronto con quella del capitano, dove brillano due pezzi di Ligabue, gli immancabili Queen (“We will rock you” – avete provato a sentirla in cuffia?), il motivazionale “Vado al massimo” di Vasco e, in caduta libera, Pupo (“Su di noi”), Europe, per chiudere con l’autobiografica “Ragazzo fortunato” di Jovanotti, che riassume la mistica di periferia che ancora sgocciola dalle giocate di Totti. C’è di meglio, ma senza eccellere, tra gli mp3 di De Rossi, improntati al mainstream rock: “Wish you were here” dei Pink Floyd, ma anche "Hurricane” di Dylan, “The masterplan” degli Oasis, Metallica, Red Hot Chili Peppers, Coldplay e lo scalone per il paradiso dei Led Zeppelin: uomo d’ordine, maschio duro e puro, senza grilli per la testa, con quella che potrebbe essere la scaletta di una C-90 di suo fratello maggiore.
Il salto di qualità arriva con Burdisso, alla faccia dello stile roccioso sul campo. A lui piacciono cose sofisticate come My Morning Jacket e Radiohead, il rock forte di Pearl Jam e Foo Fighters e il lirismo di Verve e Audioslave: uno che mena, ma con la pena nel cuore. Perplessità invece a scorrere la hit di Stekelenburg che, poiché di mestiere fa il portiere, lo immagineremmo alle prese con suoni che inducono la serenità. Macché: i suoi preferiti sono Avicii, Hardwell, Armin Van Buren, gran sacerdoti del martellonismo discotecaro. Meditate, tifosi. Il talentino Lopez non ha ancora fatto in tempo a dimenticare i ritmi dolci della sua terra e i suoi preferiti si chiamano Chino Y Nacho e Canario Luna, così come il suo gioco mantiene il morbido andamento latino. Osvaldo attacca ad alzo zero, sentendo risuonare Nirvana e Stones. Il ds Sabatini a bordo campo mastica sigarette e rimpianti, perché a lui piacciono ancora i New Trolls di “Una Miniera”, Joan Baez e i Grand Funk Railroad, che denunciano l’anagrafe e trascorsi burrascosi. Il dg Baldini non va costretto a far troppo di conto, se in testa ha romanticherie come “7 Seconds” di Youssou N’Dour, Battisti, Conte, De André e addirittura Aznavour. E quello che paga? I numeri uno per Mr. Pallotta sono i Guns N’ Roses, roba da uomini veri. E del resto, nel complesso, la Roma risuona come la squadra elettrica che in effetti è. Se solo, quando viene sera, se ricordasse de nun fa’ la stupida.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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