That win the best

Orgasmi e mèches

Jack O'Malley

Leggevo ieri sul Sun che una donna su cinque non ha mai raggiunto l’orgasmo nella propria vita. Da domenica bisogna togliere dall’elenco tutte le tifose del Manchester United. Vincere così, con un gol su punizione a tempo scaduto, conta più di cento schemi fatti bene. La partita del Chelsea invece sembrava scontata come un film di Muccino, il regista che abbandona con disprezzo l’Italia salvo poi dichiarare che Hollywood fa schifo quando gli stroncano una pellicola.

    Londra. Leggevo ieri sul Sun che una donna su cinque non ha mai raggiunto l’orgasmo nella propria vita. Da domenica bisogna togliere dall’elenco tutte le tifose del Manchester United. Vincere così, con un gol su punizione a tempo scaduto, conta più di cento schemi fatti bene. Vincere così il derby della vendetta – dopo la doppia umiliazione dello scorso anno – è roba che solo un vecchio marpione come Ferguson è in grado di gustarsi fino all’ultimo sorso. City-United è ormai il derby, a livello mondiale. Botte, gol, rimonte e sfottò: il 3-2 con cui i Red Devils hanno rimandato a casa Mancini è stato spettacolare. Con la sua doppietta Rooney è diventato il giocatore più giovane ad avere raggiunto i 150 gol in Premier League, e il recupero dei Citizens aveva illuso tutti dopo la figuraccia in Champions. Che una città così brutta riesca da qualche anno a regalare tanta bellezza calcistica vera (non recitando le parti in commedia di Real-Barça) è consolante. E benaugurante per i giornali sportivi italiani: prima o poi qualcuno forse sarà in grado di fare un bel titolo in prima pagina, senza dovere imitare i giochi di parole di noi inglesi con vent’anni di ritardo.

    La partita del Chelsea invece sembrava scontata come un film di Muccino, il regista che abbandona con disprezzo l’Italia salvo poi dichiarare che Hollywood fa schifo quando gli stroncano una pellicola: gli otto trequartisti messi in campo da Rafa Benítez creano gioco, gli altri fanno quel che possono, Fernando Torres cerca di schivare il pallone per non rovinarsi la pettinatura e l’allenatore più incravattato della Premier League torna a far rimpiangere l’esonerato e disonorato Roberto Di Matteo. Invece qualcosa è cambiato, perché dopo essersi addormentato su un passaggio di Mata e non aver sfruttato un regalo della comica difesa del Sunderland, il Niño ha fatto un gol che non si vedeva dai tempi del Liverpool, ha segnato su rigore e ha messo sulla traversa una palla ribattuta in rete da un compagno. Il gran gol di Johnson non ha tolto il sorriso ai Blues, che sono tornati a casa con i tre punti in saccoccia e un attaccante con le mèches felici (sinestesia, o come si chiama, voluta). Non è chiaro come l’influsso di Benítez possa giovare a qualcuno, ma sta di fatto che Torres è tornato dall’oltretomba calcistico grazie al suo antico maestro di scuola Liverpool. Abramovich cercava un uomo per sostituire degnamente Drogba e dire che Torres realizza lo scopo è un’esagerazione, ma l’attaccante si è ritrovato grazie anche alla strana storia beniteziana, fatta di corsi e ricorsi.