That win the best

Sneijder al fu Pizzighettone allenato da Benítez. Alla faccia del sindacato

Jack O'Malley

Rischia di diventare un ripetitivo già saputo la contestazione settimanale a Benítez. Il nuovo allenatore del Chelsea sa di minestra riscaldata almeno quanto un articolo della Lettura sulle pettinature dei calciatori, e non ha portato nessuna scossa alla squadra di Abramovich, che sembra sempre di più un Massimo Moratti con una dentatura migliore.

    Londra. Rischia di diventare un ripetitivo già saputo la contestazione settimanale a Benítez. Il nuovo allenatore del Chelsea sa di minestra riscaldata almeno quanto un articolo della Lettura sulle pettinature dei calciatori, e non ha portato nessuna scossa alla squadra di Abramovich, che sembra sempre di più un Massimo Moratti con una dentatura migliore. Così succede che i Blues vengono raggiunti in classifica dal Tottenham, una squadra con ambizioni talmente alte che il suo uomo più rappresentativo, Bale, non vede l’ora di fuggire, magari a ingrassare la ciccia di Barcellona o Real Madrid, le uniche due formazioni i cui giocatori giungono alla finale per il Pallone d’oro anche quando non vincono nulla. Eppure basterebbe guardare la prima mezz’ora di Reading-Manchester United per capire il motivo per cui la Premier League è nonostante tutto dieci spanne sopra la Liga: 3-4 in soli 34 minuti, azioni di prima e assist di tacco. E se vi piace il gioco duro – parlo di roba da far impallidire il Glik del derby di Torino – nessun dubbio. Almeno qua non sentirete commentatori scandalizzati gridare all’assassino.

    A proposito di commentatori, vorrei conoscere l’opinione di Maurizio Milani sul caso Sneijder, perché in solitudine non riesco a capire se Moratti farebbe meglio a cedere l’olandese al Pizzighettone per guidarne la rinascita (si è appena fuso con la Pergolettese) oppure a farlo direttore generale della Saras. So soltanto che se si esclude il caso del City – dove anche i giardinieri fanno un po’ come gli pare – in Inghilterra una pantomima del genere non durerebbe così a lungo. Allo United basterebbe un colpo di sopracciglio di Ferguson per mandare il calciatore riottoso e sindacalizzato in una squadretta di periferia. Altro che picchetti del sindacato mondiale dei calciatori, un’istituzione che fa sembrare l’Ordine dei giornalisti una cosa seria. Nelle altre squadre ci pensa il presidente a cacciare chi rifiuta di spalmare un contratto su un anno in più, infischiandosene della crisi globale e degli anni che passano. Fortuna che gli incontri fra giocatore e società sono stati all’insegna del buon senso, non oso immaginare se fossero volati i piatti in via Durini.