Ccosa fare per rimontare/2

Renzi esca dalla geografia del Pd, entri in quella dell'Italia. E prenda un pacchetto…

Maurizio Crippa

Il gran tifo che adesso tanti fanno per un Renzi vincitore a sorpresa al ballottaggio somiglia un po’ all’eterno rimpianto per l’Olanda di Crujff, che veniva da un paese migliore e rappresentava il futuro ma arrivava sempre seconda, perché alla fine il paese reale del calcio era fatto di zolle più dure. Fine della metafora calcistica, ma tenendone buona la parte geografica, pertinente alla domanda: cosa potrebbe fare Matteo Renzi per vincere?

Leggi Renzi spieghi che se vince Bersani, c’è Monti. E trasformi la sua faccia in slogan di Pietrangelo Buttafuoco

    Pubblichiamo il secondo di una serie di interventi sul tema "Renzi, cosa fare per rimontare". Altri seguiranno nel corso della giornata

    Il gran tifo che adesso tanti fanno per un Renzi vincitore a sorpresa al ballottaggio somiglia un po’ all’eterno rimpianto per l’Olanda di Crujff, che veniva da un paese migliore e rappresentava il futuro ma arrivava sempre seconda, perché alla fine il paese reale del calcio era fatto di zolle più dure. Fine della metafora calcistica, ma tenendone buona la parte geografica, pertinente alla domanda: cosa potrebbe fare Matteo Renzi per vincere? Pietro Ichino ha scritto che il risultato del sindaco  “è un terremoto nella geografia del Pd” e Renzi dice che per vincere deve portare molta più gente alle urne. In realtà, sono i numeri e la geografia il problema di Renzi: la partecipazione alle primarie si è fermata a 3 milioni e 100 mila elettori, uguale a quella delle primarie Pd del 2009. Significa che la famosa capacità di aggregare altri mondi vogliosi di giocare con schemi futuribili non s’è vista. Inoltre, Renzi ha preso voti nelle regioni rosse. Dunque, più che una rivoluzione è un travaso del consenso interno al partito.

    Vero è che Bersani ha preso voti al sud, 200 mila in più, la parte del paese meno votata al bel gioco e meno interessata al cambiamento e alla rottamazione. Renzi dice di ispirarsi ai miracoli di Pisapia o De Magistris. Ma sono appunto due venditori di sogni, demagoghi e rassicuranti conservatori della pubblica assistenza quel tanto che basta (con tutta la superiorità antropologica di un Pisapia, of course), e hanno vinto giusto per quello. Come può fare Renzi dunque a recuperare, posto che il paese che sogna probabilmente non esiste? Forse dovrebbe uscire dalla geografia politica del Pd, ed entrare in quella dell’Italia reale. Quella che vota Pd (Bersani) esattamente per come prima ha votato Dc, e adesso preferibilmente Vendola: esattamente per il contrario della “rottamazione”. I politici della Prima Repubblica sapevano che i voti per governare l’Italia si prendono in Sicilia. O Renzi trova qualcosa da dire a quel paese reale oppure, che so?, provi a comprarsi un pacchetto di tessere e voti nel retropalco di un congresso di partito. (Metaforicamente parlando, d’intende). Altrimenti arriverà secondo, perché il suo è il gioco di un altro paese.

    Leggi Renzi spieghi che se vince Bersani, c’è Monti. E trasformi la sua faccia in slogan di Pietrangelo Buttafuoco

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"