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That win the best
L'errore di Stramaccioni e il mio endorsement alle elezioni coloniali
Accento a parte, Andrea Stramaccioni ha qualcosa di britannico nello stile ed è un peccato che dopo Juventus-Inter abbia voluto dedicare la prima dichiarazione davanti alle telecamere all’ironia più o meno appropriata di Beppe Marotta circa la “spensieratezza tattica” con cui l’Inter si è presentata a Torino. Poteva fare i complimenti alla Juve, fare il superiore parlando della vittoria sul campo, dire che avrebbe passato una notte spensierata, insomma evitare l’ineleganza di cedere a un messaggio subliminale.
Londra. Accento a parte, Andrea Stramaccioni ha qualcosa di britannico nello stile ed è un peccato che dopo Juventus-Inter abbia voluto dedicare la prima dichiarazione davanti alle telecamere all’ironia più o meno appropriata di Beppe Marotta circa la “spensieratezza tattica” con cui l’Inter si è presentata a Torino. Poteva fare i complimenti alla Juve, fare il superiore parlando della vittoria sul campo, dire che avrebbe passato una notte spensierata, insomma evitare l’ineleganza di cedere a un messaggio subliminale che suonava circa così: “Adesso impari a fare della facile ironia da bar che funziona giusto con i tuoi soldatini e con i tifosi che sono orgogliosi dei furti con scasso che perpetrate una domenica sì e l’altra pure”. Credevo che Stramaccioni fosse una scheggia di mentalità Premier precipitata nella serie A, ora penso che servirà ancora tempo. Forse meno tempo rispetto a quello che serve a Mancini e Balotelli per trovare un equilibrio: Mario a questo giro non dà in escandescenze, però non c’è verso che segni e l’allenatore gli dice di cercare le soluzioni facili, che è un po’ come voler convincere D’Alema a lasciare la politica.
E a proposito di politica, mi permetto di concedere il mio endorsement ufficiale e inutile a Mitt Romney, nel nome del busto di Churchill che promette di riportare nello Studio ovale e della terra in cui è cresciuto, il New England, che comunque rimane roba nostra.
Nei giorni in cui Balotelli su Time parlava di razzismo in Italia, l’Inghilterra festeggiava le giornate mondiali del razzismo, con l’arbitro di Chelsea-United che avrebbe dato di scimmia a un giocatore di colore dei Blues e un tifoso dei Blues che faceva il verso della scimmia a Welbeck dello United. Sull’arbitro si indagherà, ma il povero tifoso probabilmente verrà crocifisso nella sala mensa di Stamford Bridge in nome del politicamente corretto. Tutto questo per tranquillizzare Balotelli e i commentatori italiani: qui da noi si beve ottima birra, ma il calcio è brutto sporco e cattivo come da voi. Per fortuna.
“Ho passato otto anni bellissimi nei Gunners, non mi sembrava giusto esultare dopo il gol, per rispetto di tifosi, giocatori, allenatore e società”. Le parole di Van Persie dopo il gol alla sua ex squadra, l’Arsenal, riaprono l’antico dilemma: è giusto esultare contro la propria ex squadra? Dipende: se ci hai giocato due mesi è ridicolo, se ne sei stato il capitano forse non è giusto. Ma volete mettere la soddisfazione di esultare come pazzi, stile Adebayor, che tre anni fa, in gol con la nuova maglia del Manchester City proprio contro l’Arsenal, fece tutto il campo di corsa per andare a festeggiare sotto il settore ospiti?


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
