Libertinaggio e burlesque

Giuliano Ferrara

Quando Voltaire scrisse con formula immortale che bisognava in nome della tolleranza schiacciare l’infamia, écrasez l’infâme, si riferiva da buon deista, da scettico verso ogni religione confessionale (sebbene proprietario di cappella privata nel suo castello), a casi drammatici di fanatismo ideologico e religioso implicanti false accuse, tortura, inaudite vessazioni, infine pene capitali. La formula antibigotta, l’esorcismo laico contro la superstizione credente, dovrebbe essere applicata, sia pure con le cautele del diverso contesto storico, al famoso processo Ruby.

    Quando Voltaire scrisse con formula immortale che bisognava in nome della tolleranza schiacciare l’infamia, écrasez l’infâme, si riferiva da buon deista, da scettico verso ogni religione confessionale (sebbene proprietario di cappella privata nel suo castello), a casi drammatici di fanatismo ideologico e religioso implicanti false accuse, tortura, inaudite vessazioni, infine pene capitali. La formula antibigotta, l’esorcismo laico contro la superstizione credente, dovrebbe essere applicata, sia pure con le cautele del diverso contesto storico, al famoso processo Ruby, dal nome della ragazza marocchina Karima El Mahroug, liberata dai pasticci mediante una telefonata alla questura di Milano del presidente del Consiglio in carica Berlusconi, con esternazione dell’immortale e surreale  sospetto che la fanciulla fosse la nipote di Mubarak, il Faraone egiziano alla vigilia della caduta.

    Una conversazione di quel tenore esclude di per sé, e non occorre essere semiologi per capirlo, l’esistenza di un profilo penale concussivo, a parte la testimonianza dei funzionari sul tono gentile e paterno del presidente: era solo una bravata a fin di bene, a tutela di una giovane amica e per scongiurare uno scandalo bavoso, un comportamento eticamente impeccabile, sebbene protocollarmente indecente. Quanto alla prostituzione minorile, visto che la ragazza aveva per un periodo in cui ha frequentato la casa dell’ex premier una minore età che si guardava bene dal dimostrare, bisognerebbe provare una storia di sesso a pagamento procacciato, il che è parecchio difficile visto che i protagonisti negano recisamente l’occorrenza, e le intercettazioni ci danno solo testimonianza di una cultura dell’harem intrisa di burlesque, di festicciole da elisir d’amore, di travestimenti e piccole sconcezze plateali sì ma innocenti e private (il sanbittèr servito da ragazza nuda, il filmato del Cav. con Bush, entrambi vestiti, e la vanagloria, e forse i famosi “palpamenti”).

    Berlusconi si è sempre mosso in un ambito da commedia all’italiana o da melodramma giocoso (l’elisir d’amore), il contrario di quel che appare dai verbali del libertinaggio francese del giro di Dominique Strauss-Kahn, dove il sesso è esperienza dura, con all’opera professionisti del prossenetismo e non vecchi amici giornalisti o impresari del casting televisivo, e dove la regola è per sua natura libertina, cioè predatoria, orgiastica e (magari dolcemente) violenta. Le convenzioni che vengono dalla cultura letteraria del marchese de Sade sono altre da quelle che scaturiscono dai ritrovati erotici del dottor Dulcamara. Che le feste in casa di un uomo pubblico, questionabili quanto volete dagli elettori e dalla stampa, si siano trasformate in una caccia giudiziaria alle streghe, è un’onta, l’infâme appunto, che peserà a lungo sul fanatismo e la superstizione sessuofobica della macchina italiana della giustizia e della riprovazione a comando, contro la fazione nemica.   

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.