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La fiducia di aziende e cittadini francesi fugge assieme ai ricchi
La multinazionale farmaceutica francese Sanofi ieri ha annunciato un piano sociale per ridurre il personale di 900 unità. Mentre François Hollande è a New York per l’Assemblea generale dell’Onu, la Francia vive quella che il Monde ha definito la “settimana nera” del presidente. Il suo predecessore socialista all’Eliseo, François Mitterrand, aveva avuto due anni prima di essere costretto alla “svolta del rigore” per la crisi degli anni 80 e i danni del suo esperimento di nazionalizzazioni ed economia dirigista.
Bruxelles. La multinazionale farmaceutica francese Sanofi ieri ha annunciato un piano sociale per ridurre il personale di 900 unità. Mentre François Hollande è a New York per l’Assemblea generale dell’Onu, la Francia vive quella che il Monde ha definito la “settimana nera” del presidente. Il suo predecessore socialista all’Eliseo, François Mitterrand, aveva avuto due anni prima di essere costretto alla “svolta del rigore” per la crisi degli anni 80 e i danni del suo esperimento di nazionalizzazioni ed economia dirigista. A soli quattro mesi dalla sua elezione, Hollande ha di fronte una realtà economica altrettanto grave: 30 miliardi di austerità per il 2013 per rispettare gli impegni con Bruxelles, migliaia di licenziamenti, crescita ferma, ritardi di competitività, delocalizzazioni e una diaspora fiscale sempre più grande.
Nel caso Sanofi, il governo festeggia per aver limitato i danni: “Abbiamo pregato i dirigenti di ridurre il loro piano che era ancora di 1.371 licenziamenti”, ha detto il ministro Arnaud Montebourg. Il momento è particolarmente difficile per il responsabile del Rilancio produttivo, autore nel 2011 del libro “Votate per la deglobalizzazione! La République più forte della globalizzazione”. Domani Montebourg si recherà nella raffineria di Petroplus a Rouen, dove “sono in gioco più di un migliaio di posti di lavoro”, spiega il deputato socialista Guillaume Bachelay. Il numero uno mondiale dell’acciaio, Arcelor Mittal, potrebbe annunciare la chiusura degli ultimi due altiforni della Lorena. Giovedì, la catena di grande distribuzione Conforama attende la decisione di un tribunale per procedere al licenziamento di 288 persone.
Dall’arrivo di Hollande all’Eliseo si stanno moltiplicando i “Plan social” che – tra mobilità, partenze volontarie e licenziamenti – servono a ridurre il personale delle grandi e piccole imprese. Il dossier più delicato dell’estate è stato Psa Peugeot-Citroën: 8 mila licenziamenti e la chiusura di un impianto. Ma anche Air France prevede di tagliare 5.122 posti. I laboratori Expanscience intendono ridurre il personale di 119 unità. A luglio, l’operatore telefonico Bouygues ha annunciato un piano di mobilità volontaria per 556 persone e i sindacati temono che Sfr possa fare più di mille licenziamenti. Carrefour ha smesso di rinnovare centinaia di contratti a tempo determinato. Pure la tv pubblica è a rischio: i sindacati di France Télévision ieri hanno depositato un preavviso di sciopero per la minaccia di centinaia di licenziamenti.
La svolta di Hollande – il ritorno alla fiducia e alla crescita grazie al vento neo-keynesiano che soffia sulla Francia – non c’è stata. Il governo ha promesso di finanziare all’80 per cento i contratti per i giovani e di assumere 40 mila nuovi insegnanti. Ma a settembre l’indicatore della fiducia delle imprese è sceso di un altro punto, a quota 86, “nettamente al di sotto della sua media di lungo periodo” di 100 punti, ha detto ieri l’Istituto nazionale di statistiche (Insee). Questa settimana sono attesi i dati sui disoccupati in agosto che, secondo gli analisti, supereranno la barra simbolica di 3 milioni. La crescita è ferma e, venerdì, il governo presenterà una Finanziaria da 30 miliardi, di cui 20 di nuove tasse su famiglie e imprese.
La scelta di Hollande di puntare sulle tasse non aiuta. I ricchi stanno seguendo il consiglio di Libération a Bernard Arnault, il padrone del colosso del lusso Lvhm, che ha chiesto la nazionalità belga dopo che Hollande ha promesso un’aliquota al 75 per cento per i redditi sopra il milione di euro: “Casse toi, riche con!” (levati dai piedi, ricco cretino!). A Bruxelles ogni giorno vengono vendute 4 o 5 case a potenziali esiliati fiscali francesi. Idem per le imprese: “Il governo appesantisce la fiscalità delle società, aumenta la tassazione del capitale e fa marcia indietro sull’Iva sociale, che doveva alleggerire il costo del lavoro”, scrive il Monde: “E’ normale condividere il fardello del risanamento, ma queste misure nuocciono all’attrattiva economica francese”. Per il Monde, la Francia dovrebbe essere un po’ più tedesca.


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