Gli allarmi di Bagnasco: Unioni di fatto e famiglia, politica immorale e crisi

Redazione

La crisi morale della politica, quella economica da cui il paese sta faticosamente tentando di rialzarsi, e soprattutto un monito sulle unioni di fatto e la speranza che la politica compia l'ultimo passo sul provvedimento fine vita. Sono i temi toccati oggi dall’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco, all'apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei.

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    La crisi morale della politica, quella economica da cui il paese sta faticosamente tentando di rialzarsi, e soprattutto un monito sulle unioni di fatto e la speranza che la politica compia l'ultimo passo sul provvedimento fine vita. Sono i temi toccati oggi dall’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale, cardinale Angelo Bagnasco, all'apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei.

    Bassa politica. Riderendosi agli ultimi episodi della regione Lazio, il presidente della Cei si chiede se sia possibile che "l’arruolamento nelle file della politica sia ormai così degradato?", sottolinenado come "il fatto che l'immoralità e il malaffare siano al centro come in periferia non è una consolazione ma un motivo di rafforzata indignazione che la classe politica continua a sottovalutare", oltre che motivo "di disagio e rabbia per gli onesti". "Dispiace molto - ha aggiunto - che anche dalle Regioni stia emergendo un reticolo di corruttele e di scandali, inducendo a pensare che il sospirato decentramento dello Stato in non pochi casi coincide con una zavorra inaccettabile".

    Crisi. Il momento storico è, per il presidente della Cei, "una congiuntura particolarmente acuta". "Siamo in presenza, ha inoltre sottolineato - ìdi una crisi “di sistema, e la durata nel tempo, nonché gli scenari internazionali, hanno ormai dimostrato che riveste una complessità e profondità tali da non poter essere affrontata con formule facili o peggio propagandistiche, nè oggi nè domani". Poi, rivolgendosi alla classe politica, ha ricordato come in un momento come questo "la classe politica ha ritenuto proprio dovere fare un passo indietro rispetto alla conduzione del governo del Paese" ammonendo però la politica a "riempire operosamente la scena arrivando a riforme tanto importanti quanto attese". "In questo senso - ha aggiunto - la competizione resta aperta, e sarà bene che la politica non bruci alcun ponte dietro a sè. Presunzione e personalismi, strumentalità e isterie vanno lasciati da parte".

    Unioni di fatto. In tempi di crisi però il rischio è che si finisca "col parlare d'altro, per esempio si discute di unioni civili che sono sostanzialmente un'imposizione simbolica, tanto poco in genere vi si è fatto ricorso là dove il registro è stato approvato''. Per il Presidente della Cei "si ha l'impressione che non si tratti di dare risposta a problemi reali - ai quali da sempre si può rispondere attraverso il codice civile esistente - ma che si voglia affermare ad ogni costo un principio ideologico, creando dei nuovi istituti giuridici che vanno automaticamente ad indebolire la famiglia''.

    Biotestamento. Le ultime parole il cardinale Bagnasco le ha dedicate a "quanti considerano irrinunciabile il valore della vita" che "attendono il varo definitivo, da parte del Senato, del provvedimento relativo al fine vita". Bagnasco ha esortato la classe politica affinché compia "un ultimo passo se non si vuole che un'altra legislatura si chiuda con un nulla di fatto". "Oggi - ha proseguito -  c'è una gran voglia di introdurre nuovi diritti, legati a sensibilità emergenti. Per questo occorre un acuto discernimento, lì dove hanno luogo le scelte fondamentali inerenti il senso della vita e la ricerca della felicità. Augurandosi che "il Senato approvi in via definitiva il provvedimento sul fine vita", Bagnasco ha poi concluso dicendo che "è bene che questo avvenga per non disperdere il gran lavoro fin qui svolto".

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