
Dilemma da massaia
Investire conviene più negli States che da noi. Marchionne lo sa
Le dinamiche che alla fine dettano i tassi di crescita e gli incentivi a investire sul futuro di un paese sono pressapoco le stesse che avvengono dentro le mura domestiche e che spingono una casalinga a comprarsi una lavastoviglie per guardarsi una telenovela sul divano, anziché lavare i piatti durante quella stessa mezz’ora. Il dilemma della massaia, se lavare i piatti (lavoro) o farlo fare a un elettrodomestico (capitale) si basa su una serie di considerazioni che per molti versi valgono anche per altre attività economiche.
di Ludovico Pizzati
Le dinamiche che alla fine dettano i tassi di crescita e gli incentivi a investire sul futuro di un paese sono pressapoco le stesse che avvengono dentro le mura domestiche e che spingono una casalinga a comprarsi una lavastoviglie per guardarsi una telenovela sul divano, anziché lavare i piatti durante quella stessa mezz’ora. Il dilemma della massaia, se lavare i piatti (lavoro) o farlo fare a un elettrodomestico (capitale) si basa su una serie di considerazioni che per molti versi valgono anche per altre attività economiche. Possiamo così fare una graduatoria, prendendo come indicativo quanto convenga comprare una lavastoviglie, per vedere se siamo più Flinstones o più Jetsons nello spettro industriale.
Prendiamo ad esempio la tipica famiglia americana. Un ciclo di lavastoviglie consuma di elettricità pressapoco 1,07 kWh che costa mediamente 0,104 dollari al kWh. Il costo elettrico di un ciclo è quindi 0.11 dollari e possiamo ignorare il costo dell’acqua calda utilizzata se supponiamo che nell’alternativa di lavare i piatti a mano utilizziamo la stessa quantità di acqua calda (in realtà le lavastoviglie sono un po’ più efficienti nel risparmiare acqua). Il costo opportunità di lavare i piatti a mano dipende da quanto costa il nostro tempo e da quanto tempo ci impieghiamo. Dopo aver consultato Yahoo Answers, 15 minuti mi sembra il tempo medio per lavare i piatti sporchi di una famiglia di 4 persone dopo un pasto. Diciamo quindi che per lavare l’equivalente del volume di una lavastoviglie (2-3 pasti per una famiglia di 4 persone), tenendo conto di un po’ di economia di scala, ci voglia mezz’ora. Quanto costa quella mezz’ora di tempo sprecato a lavare i piatti ad una casalinga americana? Se negli Stati Uniti lo stipendio disponibile medio annuo è 32 mila dollari, con 250 giorni lavorativi e 8 ore di lavoro al giorno, lavorando un’ora si guadagnano 16 dollari, e quindi quella mezz’ora piegati sopra l’acquaio costerebbe 8 dollari di costo opportunità. Naturalmente stiamo paragonando giornate intere impiegate a fare vari lavori domestici sostituendo ogni tipo di elettrodomestico (lavastoviglie, lavatrice, etc…), e la lavastoviglie è solo un elettrodomestico rappresentativo. In conclusione, conviene di gran lunga spendere 10 centesimi di elettricità per la lavastoviglie che rinunciare a 8 dollari di mezz’ora di lavoro per lavare i piatti. La lavastoviglie è 80 volte più conveniente, ma la lavastoviglie è un capitale, e un capitale costa: 309,99 dollari più diciamo 5 per cento di tassa sull’acquisto, e cioè 325 dollari. Utilizzandola una volta al giorno con un costo opportunità di 8 dollari per utilizzo, la lavastoviglie viene ammortizzata in soli 40 giorni, un affarone dato che la vita media di una lavastoviglie è 10 anni.
“Dishwasher index” e investitori esteri
(…) E per la massaia italiana odierna conviene ancora lasciare le mura domestiche come avvenuto nella generazione precedente durante Industrialization 2.0 degli anni 60? Questa la ritengo una questione importante perché è parallela a domandarsi se a un imprenditore conviene investire nella propria azienda come conveniva 40 anni fa durante il boom economico. In fin dei conti questo dilemma della massaia si basa su dati economici standard che valgono per ogni attività economica di un paese: costo materie prime (energia), costo lavoro (stipendi medi), costo capitale (rappresentato dal prezzo di un elettrodomestico). Allora, ripetendo l’esercizio per l’economia italiana, vediamo che 1 kWh in Italia costa 0,19 euro (pari a 0,24 dollari, più del doppio che negli Stati Uniti). E’ interessante notare nella tabella dell’autorità per l’energia che di quei 19 centesimi, 2,5 sono imposte, 2,6 sono costi di rete, e 3,2 sono oneri generali di sistema. Insomma, il costo della materia prima è solo 10,9 centesimi a kWh e non si può incolpare il costo elevato al consumatore solo sul fatto che l’Italia, poverina, è importatrice di energia. Quell’1,07 di kWh per un ciclo di lavastoviglie costa 0,20 euro, mentre il costo opportunità di mezz’ora di stipendio è 3,96 euro, derivati da 15.835 euro di stipendio disponibile medio annuo. La lavastoviglie meno costosa vale 309 euro più Iva, per un totale di 368 euro. Conviene comprarla? Utilizzandola una volta al giorno, con un guadagno netto di 3,76 euro, ci mettiamo 98 giorni (14 settimane, 3 mesi e mezzo) a ripagarla. Può sembrare rassicurante che in Italia conviene ancora comprare una lavastoviglie, ma in un mondo con competizione globale è allarmante che in Italia sia 2 volte e mezzo meno conveniente fare questo tipo di investimento che negli Stati Uniti. Per il lavaggio dei piatti di casa, che non si puo’ importare ed esportare, non è un problema, ma per ogni bene esportabile lo è. Rispetto agli Stati Uniti l’energia costa il doppio, gli stipendi sono la metà, e un elettrodomestico costa il 40 per cento in più. Se un paragone con gli Stati Uniti pare azzardato, le conclusioni non cambiano se il paragone viene fatto con dei paesi europei. Secondo questo Dishwasher Index qui calcolato, in Italia è il 40 per cento più sconveniente investire in una lavastoviglie che in Francia (98 giorni rispetto a 68 giorni per andare in pari sull’investimento fatto). E’ una differenza abissale per due paesi all’interno di un mercato unico. (…)
di Lodovico Pizzati
(questi sono ampi stralci di un intervento pubblicato su noiseFromAmeriKa.org, sito di un collettivo di economisti italiani che perlopiù lavorano negli Stati Uniti)


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