
In Olanda vince il rigore
Le forze filoeuropeiste hanno vinto le elezioni politiche olandesi di mercoledì scorso. Confermando i sondaggi delle ultime settimane, i liberali del premier uscente Mark Rutte e i laburisti del rampante Diederik Samsom hanno prevalso nettamente su tutti gli altri, a cominciare dai socialisti dell'ex insegnante Emile Roemer che fino a un mese fa sembrava dover stravincere, dopo aver impostato la campagna elettorale sul modello di quella di Alexis Tsipras in Grecia con la coalizione di estrema sinistra Syriza. Invece i socialisti – delusissimi – si dovranno accontentare di soli 15 seggi su 150, gli stessi che avevano conquistato alle scorse elezioni nel 2010.
Le forze filoeuropeiste hanno vinto le elezioni politiche olandesi di mercoledì scorso. Confermando i sondaggi delle ultime settimane, i liberali del premier uscente Mark Rutte e i laburisti del rampante Diederik Samsom hanno prevalso nettamente su tutti gli altri, a cominciare dai socialisti dell’ex insegnante Emile Roemer che fino a un mese fa sembrava dover stravincere, dopo aver impostato la campagna elettorale sul modello di quella di Alexis Tsipras in Grecia con la coalizione di estrema sinistra Syriza. Invece i socialisti – delusissimi – si dovranno accontentare di soli 15 seggi su 150, gli stessi che avevano conquistato alle scorse elezioni nel 2010. Fortemente ridimensionata è anche la destra di Geert Wilders, che scende da 24 a 15 scranni nel prossimo Parlamento olandese.
E’ il trionfo del rigorismo nordico e della linea favorevole a erogare aiuti ai paesi in difficoltà – benché solo con le dovute garanzie sul rispetto dei piani di risanamento discussi in sede comunitaria. Escono sconfitte tutte le forze populiste che speravano di replicare il successo clamoroso del 2005, quando l’Olanda bocciò la Costituzione europea con il 61,6 per cento dei “no”. Mentre gran parte del continente da qualche anno premia i partiti scettici e rabbiosi verso le politiche di Bruxelles, l’Olanda rappresenta l’eccezione, anche se la crescita non è più forte come un tempo. Le trattative per la formazione del nuovo governo sono già iniziate, e l’unica possibilità è una grande coalizione tra i liberali e i laburisti. Rutte tergiversa, non ama Samsom e non gli perdona i furenti attacchi sferrati nel corso dei dibattiti televisivi che hanno consacrato definitivamente l’ex ingegnere nucleare prestato alla politica e restituito al Labour un ruolo centrale sulla scena nazionale. Ma alla fine il premier uscente sarà costretto a cedere e a stringere la mano al rivale, anche perché l’unica alternativa possibile è un’alleanza tra i liberali e la destra di Wilders. Una soluzione impossibile e già esclusa in passato da Rutte, che con ogni probabilità – forte di 41 seggi contro i 39 andati ai laburisti, entrambi in crescita rispetto al 2010 – rimarrà primo ministro. Una soluzione che ricorda l’esperimento del 1994 (protrattosi fino al 2002), quando sotto la guida di Wim Kok l’Olanda conobbe il suo periodo d’oro: crescita record e solidità finanziaria.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
