Bollettino della crisi

Perché Monti adesso teme che i suoi sforzi siano “vanificati”

Marco Valerio Lo Prete

La Corte federale tedesca di Karlsruhe, ieri mattina, ha dato il suo avallo al Fiscal compact e al Fondo salva stati (Esm). I ricorsi presentati sono stati respinti e ora il presidente della Repubblica federale, Joachim Gauck, potrà procedere all’attesa ratifica del Fondo, dalla quale dipende anche la piena funzionalità del piano anti spread della Banca centrale europea. Non senza aver tenuto conto di almeno due importanti condizionalità dettate dai giudici. Innanzitutto il finanziamento della Germania all’Esm non potrà superare i 190 miliardi di euro iniziali, a meno di una decisione parlamentare.

    Lo “ja” condizionato della Germania al Fondo salva stati spinge ancora i mercati. La Corte federale tedesca di Karlsruhe, ieri mattina, ha dato il suo avallo al Fiscal compact e al Fondo salva stati (Esm). I ricorsi presentati sono stati respinti e ora il presidente della Repubblica federale, Joachim Gauck, potrà procedere all’attesa ratifica del Fondo, dalla quale dipende anche la piena funzionalità del piano anti spread della Banca centrale europea. Non senza aver tenuto conto di almeno due importanti condizionalità dettate dai giudici. Innanzitutto il finanziamento della Germania all’Esm non potrà superare i 190 miliardi di euro iniziali, a meno di una decisione parlamentare; inoltre, sia Bundestag (Camera bassa) che Bundesrat (Camera alta) dovranno essere continuamente informate delle attività dei ministri finanziari che gestiranno l’Esm. Le Borse europee (esclusa Londra) hanno chiuso in terreno positivo, con Piazza Affari a più 1,2 per cento.

    Per il New York Times “è una vittoria della Merkel”. Anche Lady Spread si placa. “La Corte costituzionale tedesca ha dato alla cancelliera Merkel una vittoria significativa nella sua battaglia per dominare la crisi del debito sovrano”, scriveva ieri il quotidiano americano sul suo sito web. Per Merkel si tratta di “una buona giornata per la Germania e una buona giornata per l’Europa”. A esultare, però, c’è anche l’opposizione socialdemocratica tedesca: “Finalmente il Fondo salva stati può iniziare a funzionare”, ha detto il leader dell’Spd Frank-Walter Steinmeier. L’atteso giudizio della Corte, arrivato una settimana dopo le comunicazioni della Bce sul piano anti spread, hanno ringalluzzito gli investitori. In attesa della decisione della Federal reserve di oggi dalla quale si attende un nuovo stimolo monetario, ieri lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi ha chiuso in calo a 342 punti, dopo un minimo di seduta a 337. Stessa tendenza per i titoli di stato spagnoli. Al punto che ieri il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha parlato di posizione “più confortevole” per il Tesoro di Madrid, e ha detto che non c’è nessuna “urgenza” di chiedere aiuto alla Bce. 

    L’asta dei Bot infonde coraggio, però Monti teme che i suoi sforzi siano “vanificati”. “Certamente sono preoccupato di questo”, così il presidente del Consiglio, Mario Monti, in un’intervista al Washington Post rilasciata lo scorso fine settimana a Cernobbio, ha risposto alla domanda se sia preoccupato che i risultati ottenuti dal suo governo possano essere persi con la fine della sua esperienza a Palazzo Chigi. “Io spero – ha detto – che ciò non avverrà perché i politici hanno avuto il tempo di riflettere e stanno lavorando per il loro rinnovamento”. Quanto a un suo futuro in politica, il premier ha spiegato di essere “talmente impegnato nei ruoli di governo da non aver potuto pensare”. Intanto ieri è andata bene l’asta di Bot trimestrali e annuali, collocati con tassi in netto calo.

    Barroso (a sorpresa) fa lo spinelliano, poi lancia l’unione bancaria europea. L’Europa deve evolvere verso “una federazione di stati nazione”, ha detto ieri nel suo stato sull’Unione annuale il presidente della Commissione Ue, solitamente cauto sul tema. Barroso ha anche presentato il progetto per assegnare alla Bce la supervisione su tutte le banche dell’Eurozona, non solo quelle “sistemiche”, che dovrebbe diventare completamente operativa entro il 2014. “La Bce non può controllare tutte le banche in Europa”, ha detto invece Merkel. Secondo uno studio degli economisti del think tank Ceps, Dirk Schoenmaker e Daniel Gros, l’accentramento della supervisione non sarà veramente efficace senza un sistema comune di garanzia sui depositi e meccanismi di risoluzione per le banche in crisi.

    Trattative tra il gruppo inglese Bae Systems e quello europeo dell’aerospazio Eads, che controlla Airbus, per una possibile fusione da oltre 38 miliardi di euro.

    In Grecia il patrimonio naturale non si svende, si offre in leasing. Secondo la stampa di Atene, il governo intende offrire 40 isole disabitate in leasing cinquantennali per reperire risorse e contribuire così ad abbattere l’eccessivo debito pubblico. 

    Nel grafico: L’INDUSTRIA NON SI RIPRENDE. A luglio 2012 l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana – ha reso noto l’Istat – è diminuito dello 0,2 per cento rispetto a giugno, e del 7,3 per cento rispetto a luglio 2011. In Germania l’andamento è stato rispettivamente più 1,3 e meno 1,7 per cento. La produzione industriale nell’Eurozona è aumentata dello 0,6 per cento e calata del 2,3 per cento rispetto al 2011.