
L'Olanda vota sull'euro, non sull'islam
Domani si vota in Olanda. Ma stavolta il risentimento popolare, più che contro gli immigrati arabi, si è riversato contro i greci, gli stati meridionali “fannulloni”, i “garlic countries” del sud Europa indebitati e bisognosi di aiuti finanziari da parte degli austeri paesi del nord. Il partito di Geert Wilders, liberale anti islamista dai toni populisti, è dato in calo. La spiegazione sta un po' nelle cose. Wilders, l'unico parlamentare olandese ad avere acquisito una fama internazionale, è riuscito a rovesciare e riscrivere l'agenda politica olandese, il paese più multiculturale d'Europa sino a pochi mesi fa.
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Domani si vota in Olanda. Ma stavolta il risentimento popolare, più che contro gli immigrati arabi, si è riversato contro i greci, gli stati meridionali “fannulloni”, i “garlic countries” del sud Europa indebitati e bisognosi di aiuti finanziari da parte degli austeri paesi del nord. Il partito di Geert Wilders, liberale anti islamista dai toni populisti, è dato in calo. La spiegazione sta un po’ nelle cose. Wilders, l’unico parlamentare olandese ad avere acquisito una fama internazionale, è riuscito a rovesciare e riscrivere l’agenda politica olandese, il paese più multiculturale d’Europa sino a pochi mesi fa. Il ministro dell’Interno, il cristiano-democratico Piet Donner, aveva recentemente segnato un punto a vantaggio di Wilders: “Il governo condivide la disaffezione sociale nei confronti del modello sociale del multiculturalismo e intende rimettere al centro i valori del popolo olandese. Nel nuovo sistema di integrazione, i valori della società olandese giocano un ruolo centrale. Con questo cambiamento, il governo si lascia alle spalle il modello di una società multiculturale”.
Wilders ha vinto e un partito monotematico come il suo perde terreno a favore dei più pragmatici liberali finora al governo. Grazie a Wilders, l’Olanda ha iniziato a introdurre l’apprendimento della lingua per gli immigrati, ponendo fine alla ghettizzazione culturale. Inoltre, il governo ha rivisto gli speciali sussidi concessi agli immigrati musulmani, con cui vivevano a spese dello stato. Sempre Wilders ha fatto varare norme (approvate lo scorso marzo) contro il fenomeno dei matrimoni forzati, uno dei cavalli di troia della condizione minoritaria islamica in Europa. E come se non bastasse, l’Olanda è appena diventato uno dei pochi paesi, assieme alla Francia, ad aver messo fuori legge in pubblico il burqa, uno dei simboli della sottomissione della donna nell’islam. Dopo che i magistrati lo hanno liberato dall’epiteto di “seminatore d’odio” e archiviata la vittoria contro l’ideologia multiculturale, il ruolo di cura-choc per l’Olanda svolto da Wilders viene meno. Il bestione biondo perde popolarità, con grande felicità del giornalista collettivo, ma le sue idee sono diventate sempre più mainstream.
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