
Cercasi magistratura “prevedibile”
La decisione del gip di Taranto di bloccare la produzione dell’Ilva e l’impacciata reazione del governo di fronte ai possibili esiti catastrofici di questa delibera fanno emergere una questione di politica e di politica economica di carattere più generale, relativa al rapporto anomalo fra potere della magistratura ed economia di mercato. Si tratta di uno dei temi per cui la Banca mondiale pone l’Italia nella parte bassa della graduatoria dei paesi in cui conviene fare impresa e per cui il nostro paese, negli indici della libertà economica, si trova dopo molti stati dittatoriali.
La decisione del gip di Taranto di bloccare la produzione dell’Ilva e l’impacciata reazione del governo di fronte ai possibili esiti catastrofici di questa delibera fanno emergere una questione di politica e di politica economica di carattere più generale, relativa al rapporto anomalo fra potere della magistratura ed economia di mercato. Si tratta di uno dei temi per cui la Banca mondiale pone l’Italia nella parte bassa della graduatoria dei paesi in cui conviene fare impresa e per cui il nostro paese, negli indici della libertà economica, si trova dopo molti stati dittatoriali.
D’altronde i casi che illustrano questa situazione non mancano. Ieri, per fare un esempio, la Corte d’appello di Roma ha dichiarato (per ora) inammissibile il ricorso della Fiat che chiedeva la sospensione della sentenza che aveva stabilito la riassunzione di 145 operai Fiom nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Il Lingotto sostiene che l’assunzione dei 145 metterebbe fuori mercato il suo stabilimento e lo costringerebbe a ricorrere alla cassaintegrazione o alla mobilità. In generale, poi, i giudici del lavoro e quelli ordinari, con la loro interpretazione sociologica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, hanno dato vita a una normativa diversa dal testo scritto. Nella sentenza Thyssen, addirittura, i magistrati di Torino emisero pesanti condanne per omicidio sulla base di un reato non previsto dalla legge, quello dell’omicidio volontario per “dolo eventuale”. Difficile dunque sorprendersi se il gip di Taranto si è sostituito al potere esecutivo, cui compete di vigilare sull’igiene ambientale fatti salvi i profili penali. Fino ad annullare gli effetti di un decreto legge che stanzia fondi per la compatibilità ambientale dell’Ilva allo scopo di salvaguardare la continuità produttiva della siderurgia e le procedure di bonifica.
Un governo che ha come obiettivo fondamentale il rilancio dell’economia dovrebbe essere assai meno timido di fronte a una magistratura che ogni tanto usurpa il potere esecutivo, quello legislativo o perfino la libera potestà negoziale delle parti sociali. Non foss’altro perché una giustizia “più noiosa” e prevedibile, per usare gli aggettivi che Monti vorrebbe connotassero l’Italia, renderebbe il paese più attraente per tutti, inclusi gli investitori internazionali. Per far questo bisogna avere le carte in regola nelle politiche di tutela ambientale, ovviamente.


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