
A Torino hanno trovato il modo per continuare a stare in cima al medagliere: la “zona euro”
Rimango sempre più ammirato dall’ottimismo di Zucconi, che nella sua rubrica video di ieri spiegava con faccia funerea che il doping si abbatterà come una scure sui Giochi e che l’unica consolazione è che gli atleti italiani non si drogano, dato che non vinceranno più nemmeno una medaglietta di latta. Per fortuna non tutti la vedono grigio-fumo di Londra.
Londra. Rimango sempre più ammirato dall’ottimismo di Zucconi, che nella sua rubrica video di ieri spiegava con faccia funerea che il doping si abbatterà come una scure sui Giochi e che l’unica consolazione è che gli atleti italiani non si drogano, dato che non vinceranno più nemmeno una medaglietta di latta. Per fortuna non tutti la vedono grigio-fumo di Londra: con un esercizio che sembra quelli dei tifosi che dopo una sconfitta dicono “se ci fosse stato quel giocatore infortunato avremmo vinto”, la Stampa ha avuto la bella idea di aggiungere al medagliere pubblicato sul loro sito anche l’Europa. Con una chicca però: non la Ue, bensì “l'Area euro”.
E, incredibile, in questa classifica l’Europa sarebbe prima. Giusto, questo è ciò che serve a creare un po’ di unità tra popoli e nazioni che si accoltellerebbero pur di guadagnare mezzo secondo sull’avversario. Guardate come saremmo forti se fossimo tutti uniti! Quasi 30 medaglie in quattro giorni, altro che Cina e Stati Uniti. Certo, sorvolando sul fatto che Cina e Stati Uniti insieme hanno circa un terzo degli atleti della “zona euro” (circa 800 contro 2.200), sarebbe tutto molto bello. E ideale. Ed europeo. Più finto dell’interesse degli appassionati di calcio che d’improvviso si interessano al beach volley femminile solo per guardare un po’ di chiappe. Ma molto bello. Alla Stampa però dimenticano una cosa fondamentale. Che noi dell’Impero britannico vi faremmo comunque un culo così.


Il Foglio sportivo - in corpore sano
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