
Perfidi inviati
Devo ammettere che a noi inglesi certe polemiche piacciono almeno quanto a voi. Sono due giorni che qui da noi ci si scandalizza perché Giggs e Bellamy, calciatori gallesi, non hanno cantato “God save the Queen” alla prima partita della Gran Bretagna (lo stesso due scozzesi nel calcio femminile). Molta indignazione, richieste di scuse e “polemica che infuria”, naturalmente sul Web.
Londra. Devo ammettere che a noi inglesi certe polemiche piacciono almeno quanto a voi. Sono due giorni che qui da noi ci si scandalizza perché Giggs e Bellamy, calciatori gallesi, non hanno cantato “God save the Queen” alla prima partita della Gran Bretagna (lo stesso due scozzesi nel calcio femminile). Molta indignazione, richieste di scuse e “polemica che infuria”, naturalmente sul Web. Meno male che non l’hanno cantato, invece. Chieda scusa piuttosto quello che ebbe la malaugurata idea di inventarsi la Gran Bretagna come squadra olimpica, invece di lasciare gallesi e scozzesi a raccattare le briciole di quello che l’Inghilterra avrebbe lasciato loro. Le “grandi firme” dei giornali italiani inviate a Londra potrebbero trarne un insegnamento: perché diventare caricature degli inglesi girando improbabili video dal pub dell’albergo mangiando aringhe a colazione (Vittorio Zucconi su Repubblica tv) o infarcendo gli articoli di “s” alla fine delle parole vagamente inglesi per sembrare autoctoni (Gianni Riotta sulla Stampa), quando il capitano della Gran Bretagna neppure si pone il problema?


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