Bruxelles, vigilia di battaglia vera

Marco Valerio Lo Prete

Il Consiglio dell’Unione europea che si terrà a Bruxelles domani e dopodomani sarà una battaglia vera. E non soltanto perché la cancelliera tedesca, Angela Merkel, avrebbe detto ieri che non accetterà mai – “finché in vita” – di condividere i rischi di tutti i debiti dell’Ue. Questa volta infatti anche il premier italiano, Mario Monti, è parso delineare una decisa piattaforma d’attacco, in tandem – ha tenuto a ripeterlo – con il Parlamento: “Sono pronto a lavorare oltre il limite previsto per il vertice, fino a domenica se necessario”, ha detto.

    Il Consiglio dell’Unione europea che si terrà a Bruxelles domani e dopodomani sarà una battaglia vera. E non soltanto perché la cancelliera tedesca, Angela Merkel, avrebbe detto ieri che non accetterà mai – “finché in vita” – di condividere i rischi di tutti i debiti dell’Ue. Questa volta infatti anche il premier italiano, Mario Monti, è parso delineare una decisa piattaforma d’attacco, in tandem – ha tenuto a ripeterlo – con il Parlamento: “Sono pronto a lavorare oltre il limite previsto per il vertice, fino a domenica se necessario”, ha detto intervenendo alla Camera.

    L’ex commissario Ue, con toni ultimativi, ha fatto intendere che l’Europa non può permettersi di presentarsi lunedì, alla riapertura dei mercati, senza che ci siano un “pacchetto per la crescita” e “meccanismi soddisfacenti per reggere le tensioni”. Il premier si è impegnato esplicitamente su una proposta che l’Italia porterà a Bruxelles, quella di far intervenire i Fondi salva stati (Efsf ed Esm) sul mercato secondario per acquistare titoli del debito dei paesi “in regola con la disciplina fiscale”, così da contenere spread ingiustificati con i Bund tedeschi. Si tratta del “meccanismo anti spread” di cui si era discusso al G20 di Los Cabos del 18 e 19 giugno, misura finora indigesta per Berlino (che non vuole in qualsiasi modo “premiare” i paesi meno virtuosi), tanto che ieri Monti ha apertamente criticato il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, che avrebbe male inteso il senso della proposta italiana. E’ lo stesso ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero, a sottolineare che su questi aspetti di “più immediato impatto” gli esiti del vertice non sono affatto scontati. Di “spazio negoziale molto aperto” ha parlato anche Monti. Tra i paesi più “virtuosi”, si scommette nell’esecutivo, potrebbe esserci l’interesse a mantenere le carte coperte fino all’ultimo momento; salvo poi “concedere” qualcosa di inatteso per non deludere ancora, forse per l’ultima volta, gli investitori internazionali. Perciò Monti si sarebbe sbilanciato. Troppo ottimismo? 

    Di certo intanto c’è il deciso sostegno della Banca centrale europea a una maggiore integrazione europea. Mario Draghi agisce da tempo come il 28esimo leader aggiunto dei 27 paesi dell’Ue, al punto da non disdegnare in queste ore incontri bilaterali e preparatori del vertice di domani (come quello di lunedì con il presidente francese, François Hollande). La mano di Draghi figura poi dietro il documento inviato ieri dal presidente del Consiglio Ue, Herman Van Rompuy, e che sarà la base di discussione al vertice di domani per alcune delle decisioni di medio-lungo termine: unione bancaria (con supervisione centralizzata di tutti gli istituti di credito in cambio di assicurazione comune sui depositi bancari), ma anche unione economico-fiscale (con maggiori poteri dell’Ue di riscrivere gli obiettivi di bilancio degli stati, ed Eurobond entro dieci anni). E se i leader europei sono ancora qui a discutere, concordano gli analisti, è anche grazie a scelte eterodosse (secondo Berlino) come quella di dicembre con la quale Draghi ha fornito liquidità quasi illimitata alle banche del continente.