
BOLLETTINO DELLA CRISI
Al G20 Berlino rimane inflessibile (o quasi) sui tempi del salvataggio greco. La vittoria dei partiti pro euro, sancita dal voto greco di domenica, non è una condizione sufficiente per rendere meno stringenti gli impegni di Atene in cambio dell’assistenza finanziaria internazionale. E’ quanto sostenuto dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, al G20 di Los Cabos in Messico: “Atene deve attuare gli impegni”. L’unica Borsa che festeggia a lungo è quella di Atene. Spread da record.
Al G20 Berlino rimane inflessibile (o quasi) sui tempi del salvataggio greco. La vittoria dei partiti pro euro, sancita dal voto greco di domenica, non è una condizione sufficiente per rendere meno stringenti gli impegni di Atene in cambio dell’assistenza finanziaria internazionale. E’ quanto sostenuto dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, al G20 di Los Cabos in Messico: “Atene deve attuare gli impegni”. In mattinata, invece, il ministro degli Esteri di Berlino, Guido Westerwelle, aveva detto: “La Germania è pronta a discutere sulla tempistica, visto che non possiamo ignorare le settimane perse e non vogliamo che la popolazione soffra per questo”. Secondo la bozza di comunicato finale del G20, la priorità resta “una crescita forte, sostenibile ed equilibrata che riduca la disoccupazione”, e l’Europa è d’accordo “nel fare i passi necessari per salvaguardare la stabilità del sistema finanziario”.
L’unica Borsa che festeggia a lungo è quella di Atene. Spread da record. La vittoria elettorale dei conservatori di Nuova democrazia alle elezioni greche di domenica ha rilanciato la piazza finanziaria ellenica, che ha chiuso a più 4,29 per cento. L’entusiasmo è durato poco sugli altri listini europei, che hanno chiuso in maniera contrastata: Madrid la peggiore a meno 2,9, Milano a meno 2,8, Francoforte e Londra in terreno leggermente positivo. L’euro aveva perso lo 0,98 rispetto al dollaro US, secondo l’indice provvisorio del Wall Street Journal aggiornato alle 20 e 25 di ieri.
I mercati già guardano oltre, per Monti “sono convinti che non basti il voto greco”. Svanito l’entusiasmo della mattina, lo spread tra titoli di stato spagnoli e Bund tedeschi ha raggiunto quota 575 punti, segnalando un “rischio percepito” elevatissimo, addirittura più alto di quello associato ai titoli di stato irlandesi (in teoria tutelati dal salvataggio della Troika). I rendimenti dei Bonos a un tasso “tragico” superiore al 7 per cento. Effetto domino anche sull’Italia, seppure con effetti più limitati: il rendimento del Btp decennale ha chiuso a 6,08 per cento e lo spread con il Bund a 465 punti. “I mercati credono che sia necessaria l’unione politica”, ha detto il premier italiano.
Per l’Italia serve più integrazione politica e una Bce più interventista. “Dobbiamo andare avanti in questa direzione per superare i vizi di origine della formazione europea”, ha detto ieri Mario Monti. Per l’ex commissario Ue, ieri in Messico per il G20, l’Italia resta “al centro dell’attenzione” pur avendo “rispettato i suoi impegni”. “Ora va definita una chiara road map con interventi concreti per rendere l’euro più credibile”. Appuntamenti (potenzialmente) decisivi saranno i vertici europei di fine mese: prima quello del 22 giugno a Roma con Merkel, François Hollande e Mariano Rajoy, poi quello del 28 e 29 giugno a Bruxelles con tutti i capi di governo dell’Ue. Per il ministro degli Affari europei, Enzo Moavero, si discuterà anche della mutualizzazione del debito a livello europeo; sul tavolo, oltre ai classici Eurobond, l’ipotesi di un fondo di riscatto per il debito oltre la soglia del 60 per cento del pil e gli Eurobill, titoli a breve garantiti dall’Ue. L’Italia proporrà anche un “meccanismo anti spread” che preveda l’intervento della Bce sul mercato secondario, “ma non lo chiediamo esplicitamente per rispetto della sua autonomia”.
Comunque vada, secondo i guru sarà un insuccesso. “I greci non possono comunque risolvere questa crisi”, è la conclusione di un editoriale (questa volta un po’ astratto) apparso sul New York Times a firma del premio Nobel Paul Krugman. Pessimista anche il guru Nouriel Roubini, che così ha commentato su Twitter: “Entro 6-12 mesi il governo Nd-Pasok cadrà mentre l’economia scivolerà in depressione. Le nuove elezioni porteranno alla vittoria Syriza e Grexit (l’uscita della Grecia dall’euro, ndr) accadrà”. Al sempre pessimista Roubini, ha così risposto Pablo Rodriguez, giornalista economico del Mundo: “E se non andrà così, un meteorite colpirà il paese entro sei mesi e la Grecia uscirà dall’euro. E tu, allora, sarai felice”. Ma anche Citibank, grande banca americana, rinfesca ricordi liceali parlando della vittoria dell’europeista Antonis Samaras come di una “vittoria di Pirro”.
Nel grafico: CHI CRESCE E CHI NO DENTRO IL G20. Secondo le statistiche dell’Ocse, l’Italia è l’ultima nella crescita nel primo trimestre 2012. I paesi che crescono più della media del gruppo dei 20 sono tutti in Asia. Il primo dei non emergenti è la Germania (nel grafico mancano India e altri).


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