Libero prezzo in libera stazione

Redazione

L’Eni ha lanciato uno sconto di 20 centesimi al litro per la benzina venduta in 3 mila stazioni di servizio dell’Agip, per chi si rifornisce in self service nel weekend fra le 13 di sabato e le 24 di domenica. Su un pieno di 50 litri il risparmio è di 10 euro. Uno sconto analogo sarà praticato per il gasolio. Molti programmeranno i loro acquisti di benzina per il fine settimana per ottenere lo sconto. Per evitare che le stazioni di servizio più facilmente frequentabili esauriscano le loro scorte, l’azienda del Cane a sei zampe le rifornirà anche di domenica.

    L’Eni ha lanciato uno sconto di 20 centesimi al litro per la benzina venduta in 3 mila stazioni di servizio dell’Agip, per chi si rifornisce in self service nel weekend fra le 13 di sabato e le 24 di domenica. Su un pieno di 50 litri il risparmio è di 10 euro. Uno sconto analogo sarà praticato per il gasolio. Molti programmeranno i loro acquisti di benzina per il fine settimana per ottenere lo sconto. Per evitare che le stazioni di servizio più facilmente frequentabili esauriscano le loro scorte, l’azienda del Cane a sei zampe le rifornirà anche di domenica. “Volevamo restituire qualcosa al paese, alle famiglie e agli automobilisti – ha detto l’ad Paolo Scaroni – E’ un ottimo periodo per l’Eni, dal punto di vista industriale e in Borsa siamo tra i migliori titoli del settore. L’Italia non è evidentemente nella stessa situazione e abbiamo voluto fare qualcosa”.

    A questa iniziativa viene collegata quella della prima colazione a 1,5 euro e del pasto a 5 euro nei bar-ristoranti dell’Agip. I distributori “no logo”, cioè quelli che non vendono prodotti di marca, praticano uno sconto di 10 centesimi al litro. E altrettanto fanno le aziende della grande distribuzione che sono state autorizzate a vendere carburanti. Lo sconto del gruppo energetico incide sui margini operativi in una misura che solo una grande impresa, che opera nel ciclo integrato, può sopportare. Vi sarà probabilmente chi sosterrà che si tratta di una concorrenza sleale da parte di una impresa che, essendo pubblica, si può permettere di non perseguire il massimo profitto.
    Ma si tratterebbe di una tesi errata. Infatti il gruppo presieduto da Giuseppe Recchi e capitanato dall’amministratore delegato Scaroni è quotato in Borsa e gran parte delle sue azioni sono diffuse nel largo pubblico degli azionisti o sono di proprietà di fondi di investimento, che sono interessati sia alla solidità del titolo che al suo rendimento.

    Dunque si tratta di una sfida di marketing, da parte di una grande impresa internazionalizzata e quotata, che ha deciso (sia pure con un certo ritardo) di affrancarsi dalla politica dei prezzi concertati di oligopolio, praticati dalle compagnie petrolifere che dominano sul mercato, che consente loro di alzare i prezzi quando aumenta il greggio e di ridurli lentamente, quando esso cala. Attualmente il prezzo del greggio è in diminuzione, fra i 93 e i 97 dollari al barile.
    La liberalizzazione che ha consentito la vendita di carburanti no logo ha inciso sulle quote di mercato delle reti di distribuzione di marca. La risposta dell’Eni rientra nella logica del mercato libero. Insomma è la concorrenza, bellezza.