
Aria di sfiducia nel governo (e sui mercati), vertice ABC, riforme in stallo
Oggi Mario Monti riferirà in Parlamento sulla situazione italiana nel contesto della crisi finanziaria. Al momento in cui questo giornale va in stampa, il premier ha appena convocato d’urgenza i leader dei tre partiti di maggioranza (Alfano, Bersani e Casini). Il professor Monti ieri sera si preparava ad anticipare i contenuti delle sue dichiarazioni in Aula. Clima di grande preoccupazione: “La situazione è difficilissima”.
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Oggi Mario Monti riferirà in Parlamento sulla situazione italiana nel contesto della crisi finanziaria. Al momento in cui questo giornale va in stampa, il premier ha appena convocato d’urgenza i leader dei tre partiti di maggioranza (Alfano, Bersani e Casini). Il professor Monti ieri sera si preparava ad anticipare i contenuti delle sue dichiarazioni in Aula. Clima di grande preoccupazione: “La situazione è difficilissima”, secondo il viceministro dell’Economia Vittorio Grilli. Pare che Monti sia intenzionato a chiedere un maggiore spirito collaborativo ad Alfano, Bersani e Casini. Nel Palazzo, in ambienti parlamentari, prima che l’incontro tra Monti e i leader avesse avuto luogo, in molti temevano possibile un annuncio: l’Italia pronta a ricevere una linea di credito dal Fmi. Un’ipotesi fosca che fonti vicine al ministro Corrado Passera smentiscono. Le stesse fonti spiegano che il premier intende spiegare bene la gravità della situazione ai tre segretari. Monti chiede unione e solidarietà nazionale.
Spread a 490 (poi sceso a 473), tensioni nel governo, aria rissaiola sul pacchetto anticorruzione, la minaccia di un ricorso sulla nomina del nuovo dg della Rai Luigi Gubitosi. L’espressione “crisi di governo” torna a essere maneggiata, e tra i deputati, a Montecitorio, si diffonde la voce che Mario Monti, stanco e un po’ deluso da alcuni suoi ministri, possa dimettersi per costruire una nuova squadra allargata ai politici. Uno scenario fantascientifico alimentato sia dalla diffusa sensazione di impasse che attraversa l’azione dell’esecutivo tecnico sia dai rapporti pessimi tra i partiti. Il Pdl oggi voterà la fiducia al disegno di legge anticorruzione, ma lo farà “di malavoglia” come dice Enrico La Loggia. Ulteriori frizioni le spiega la senatrice del Pdl Simona Vicari: “Nel maxiemendamento, su proposta del Pd, è prevista la riduzione dei tempi di prescrizione per il reato compiuto da Filippo Penati nella vicenda dell’area Falk”.
Berlusconi rassicura: “Monti va assolutamente sostenuto. Non esistono alternative”, e non sarà il Pdl – malgrado la tentazione di alcuni settori del partito – a creare incidenti. Ma l’attacco speculativo (ieri la Borsa ha chiuso ancora in calo) non accenna a placarsi e tutto sembra possibile, anche un meccanismo di sfiducia esterna, dei mercati, come quello che portò alle dimissioni di Berlusconi. “La situazione è drammatica”, dice l’ex sottosegretario Guido Crosetto, preoccupato dall’inerzia propositiva delle forze politiche apparentemente incapaci di mettersi d’accordo sulle riforme e di orientare l’azione del governo.
In Senato è arrivata in Aula la riforma dell’assetto delle istituzioni: governo, bicameralismo, presidenzialismo. Non sembra possibile nessun accordo tra Pdl e Pd e si fa sempre più probabile una convergenza tattica tra Pdl e Lega che potrebbero approvare da soli la riforma ricostituendo la vecchia maggioranza del governo Berlusconi. Il partito di Angelino Alfano ha subordinato all’approvazione di questo pacchetto di riforme istituzionali anche l’accordo per una riforma della legge elettorale. Malgrado il Pd non abbia una posizione granitica sembra al momento improbabile qualsiasi novità positiva nelle trattative. Dunque anche la riforma elettorale resta al palo.
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