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Hollande si insedia senza i sette figli

Redazione

Per l’intronizzazione del socialista François Hollande, la parola d’ordine è “sobrieté”. Non vedremo la Première Dame sfilare sul tappeto rosso, come alla Croisette, in un tubino Prada color pesca e tacco 12, circondata dagli sette pargoli, i quattro che Hollande ha avuto da Ségolène Royal e i tre che la compagna, Valérie Massonneau, ha avuto dall’ex marito Denis Trierweiler, per nutrire i quali intende, nonostante tutto, continuare a lavorare.

    Tutto è pronto per il passaggio delle consegne all’Eliseo. Dimenticate l’ultima cerimonia. Quest’anno, per l’intronizzazione del socialista François Hollande, la parola d’ordine è “sobrieté”. Non vedremo la Première Dame sfilare sul tappeto rosso, come alla Croisette, in un tubino Prada color pesca e tacco 12, circondata dagli sette pargoli, i quattro che Hollande ha avuto da Ségolène Royal e i tre che la compagna, Valérie Massonneau, ha avuto dall’ex marito Denis Trierweiler, per nutrire i quali intende, nonostante tutto, continuare a lavorare.

    L’ex candidata all’Eliseo ed ex compagna dell’attuale presidente, Ségolène Royal, ha già fatto sapere che i francesi hanno eletto solo “François”. Dunque niente figli, parenti e niente famiglia, né ex, né allargata. D’altra parte, lo stesso Hollande ha meticolosamente studiato gli errori iniziali del suo avversario, per meglio scongiurarli. Anziché i saloni di velluto damascato cafonissimi del Fouquet’s ha deciso così di festeggiare la vittoria su un palco di campagna davanti alla cattedrale di Tulle, accennando un timido lento con “la donna della sua vita”, mentre un’armonica suonava “La vie en rose”. Anziché andarsi a sollazzare sullo yatcht di qualche amico miliardario, si è chiuso in casa, nel suo appartamentino della XV avenue, a studiare le carte e ne è uscito solo per farsi fotografare mentre deponeva una rosa rossa alla Bibliothèque nationale de France, in memoria di François Mitterrand, accanto alla di lui figlia Mazarine.

    Difficilmente lo vedremo uscire dall’Eliseo in maglietta e scarpe da tennis. Più probabile qualche scatto davanti all’Institut Curie, o sulla tomba di Jules Ferry, i geni fari della sua presidenza, scelti per l’invenzione dei raggi X e della scuola libera e gratuita. Liberté, égalité, fraternité et sobriété è infatti il nuovo motto del presidente “normale”, che la stampa preferirebbe definire “semplice”. In attesa del governo, i sociologi parlano già di “rito iniziatico in tre tempi” (ascolto, dialogo, applicazione), e si domandano: la sobrietà a lungo andare non sarà un difetto? Anche stavolta il rischio è di manomettere la funzione suprema, non per eccesso, ma per troppo “riserbo”.


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