Nell'interesse del paesello. Che fare per il 2013?

Ritanna Armeni

Pubblichiamo il primo intervento del girotondo fogliante firmato Ritanna Armeni. Gli interventi di Alessandro Giuli, Umberto Silva, Toni Capuozzo, Pietrangelo Buttafuoco, Claudia Mancina, Sergio Soave, Stefano Menichini, Claudio Cerasa, Alessandra Sardoni, Stefano Di Michele, Francesco Cundari e Maurizio Milani sono sul Foglio in edicola e saranno pubblicati sul Foglio.it nel corso della giornata.

    Pubblichiamo il primo intervento del girotondo fogliante firmato Ritanna Armeni. Gli interventi di Alessandro Giuli, Umberto Silva, Toni Capuozzo, Pietrangelo Buttafuoco, Claudia Mancina, Sergio Soave, Stefano Menichini, Claudio Cerasa, Alessandra Sardoni, Stefano Di Michele, Francesco Cundari e Maurizio Milani sono sul Foglio in edicola e saranno pubblicati sul Foglio.it nel corso della giornata.

    Votare prima possibile, e con fantasia

    Il governo Monti ha dato al paese tutto quello che poteva dare. E anche qualcosa in più che avrebbe potuto risparmiargli. Lo so, in molti ci ripetono (anche voi eretici del Foglio) che senza questi tecnici avremmo fatto la fine della Grecia. Faccio notare che se ritardiamo ancora il momento elettorale finiamo davvero come la Grecia. In pochi pochissimi andranno a votare, la politica si identificherà completamente col rigore cioè con i tagli e con il peggioramento delle condizioni di vita e perderà senso e credibilità. Più di quanto sia avvenuto finora. Meglio andare a votare il più presto possibile, quindi, e cominciare da subito a costruire un 2013 migliore. Come? Intanto sarebbe bene che il vincitore delle elezioni facesse propria la frase pronunciata da François Hollande nel suo primo discorso. “L’austerità non può essere una fatalità”, non può essere la sola, l’unica risposta che chi governa riesce a dare per rispondere alla crisi economica. Non c’è bisogno di leggere Paul Krugman per constatare che la terapia dei tagli non solo non ha guarito il malato, ma ha aggravato la situazione. L’andamento dell’economia di questi mesi, la profonda recessione annunciata e tutti gli indicatori sociali lo dimostrano. Ed è anche chiaro che questo governo altre terapie non ne conosce. Con tutto il rispetto non ha una cultura della crescita e del lavoro. Per questo il “paesello” farebbe bene a scegliere subito chi (partiti, ministri, esperti) sia in grado di cominciare a cercare oltre l’austerità. Magari non per abolirla del tutto (la parsimonia un po’ fa bene) ma per renderla meno disuguale e soprattutto per eliminare quella pigrizia intellettuale e politica che vede solo nei tagli e soprattutto nei tagli a svantaggio di chi ha già poco l’unico modo per risollevarsi sui mercati internazionali. Tutti al lavoro da subito quindi, per non fare la fine della Grecia, per condurre insieme alla Francia la battaglia contro Frau Merkel per uscire dalla tenaglia rigore – lotta contro il rigore, e ricominciare a creare lavoro, lavoro, lavoro; lavoro vero non quello dei precari. Scusate il sessantottismo ma oggi al potere serve più la fantasia del rigore.