
Sbucciando Günter Grass
Prima, in “im Krebsgang”, Günter Grass dipinse i tedeschi come vittime della Seconda guerra mondiale. Poi, in “Sbucciando la cipolla”, confessò di aver prestato servizio nelle Waffen SS da giovane, credendoci. Il premio Nobel della Letteratura adesso distilla il suo odio per Israele in una poesia, che il giornale Zeit non ha neppure pubblicato ma che sta facendo il giro del mondo.
Prima, in “im Krebsgang”, Günter Grass dipinse i tedeschi come vittime della Seconda guerra mondiale. Poi, in “Sbucciando la cipolla”, confessò di aver prestato servizio nelle Waffen SS da giovane, credendoci. Il premio Nobel della Letteratura adesso distilla il suo odio per Israele in una poesia, che il giornale Zeit non ha neppure pubblicato ma che sta facendo il giro del mondo. Grass scrive che l’atomica d’Israele minaccia la pace mondiale, che deve essere smascherata e messa sotto tutela internazionale, che è questa, non le centrifughe iraniane, la chiave della discordia internazionale. Grass attacca anche la Germania di Angela Merkel, colpevole di aver fornito a prezzi stracciati sei sottomarini ultramoderni alla marina israeliana, in vista del confronto con gli iraniani. Nella poesia di Grass ricorre la vecchia miopia della classe intellettuale europea sulla realtà mediorientale, quel non voler capire che se il mondo islamico disarma ci sarà la pace, se a farlo sarà Israele ci sarà un nuovo Olocausto. Alcune settimane fa il sociologo polacco Zygmunt Bauman, un altro blasonato dei giornali e delle università europee, paragonò la barriera di sicurezza israeliana al ghetto di Varsavia. Alcuni anni fa un altro Nobel della Letteratura come José Saramago accostò Ramallah ad Auschwitz. In Grass c’è anche il suo mettersi al servizio di cause ingiuste e odiose. La sua poesia non è neutra, non si limita a equiparare Gerusalemme e Teheran, come mezza classe dirigente occidentale fa da ormai vent’anni. I versi del premio Nobel sono il sintomo di un crescente antisemitismo europeo. Alcuni anni fa, a domanda su quale fosse la principale minaccia alla pace mondiale, l’opinione pubblica europea rispose: Israele. Un sentimento diffuso e confermato dai molti sondaggi d’opinione.
Come spiega anche Henryk Broder, Grass è un portavoce del vecchio risentimento antiebraico. Quando lo scrittore, in un’intervista a Haaretz, giunge a paragonare l’Olocausto alle sofferenze dei militari tedeschi, forse è il caso di interrogarsi se non sia in atto un mutamento vero della sensibilità collettiva nei confronti dello sterminio degli ebrei. La poesia chiarisce ogni dubbio.


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