
Protestatari a singhiozzo
Così è nata la strategia sindacale per scongelare il mercato del lavoro
La concertazione con i sindacati sul lavoro ieri si è allargata pure ai partiti, e in particolare al Pd. Risultato: “Ci sono spiragli positivi”, ha detto Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, che ha detto di volerne parlare oggi con Mario Monti.
La concertazione con i sindacati sul lavoro ieri si è allargata pure ai partiti, e in particolare al Pd. Risultato: “Ci sono spiragli positivi”, ha detto Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, che ha detto di volerne parlare oggi con Mario Monti. “Mi pare stiano maturando cose positive”, ha preconizzato Susanna Camusso, segretario della Cgil. Evidentemente la riunione di ieri mattina tra il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e i principali leader sindacali ha prodotto un avvicinamento delle posizioni. Tanto che Camusso nel pomeriggio ha addirittura aperto sulla flessibilità in uscita: “Articolo 18? Si può intervenire ma solo sulle procedure, non sul resto”.
Di chi è il merito di un clima politico-sindacale che sembra rasserenato? In ambienti governativi si dice che sono due i protagonisti del clima più rasserenato. Del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che ha consigliato l’esecutivo di coinvolgere un sindacalista storicamente trattativista e concertatore come il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Il secondo protagonista è Bonanni stesso che ieri, proprio per favorire una sintesi tra istanze sindacali e ansie politiche, ha visto Bersani. Al termine dell’incontro con Bonanni, il segretario del Pd, dopo aver visto in precedenza anche i vertici di Rete Imprese Italia e di Confcooperative, ha detto: “E’ una fase in cui bisogna affidarsi al dialogo delle forze sociali. Ci sono temi dirimenti come il precariato e la modifica del sistema degli ammortizzatori e poi ci può essere una manutenzione dell’articolo 18”. Un articolo, ha spiegato Bonanni, che “può essere ristrutturato. E ho visto che partiti importanti come il Pd si sono detti d’accordo con questo”. Si profila quindi un’intesa sulla manutenzione dell’articolo 18, ovvero il nodo dirimente della trattativa sul quale si appuntano anche la aspettative di Commissione Ue, Banca centrale europea, Bankitalia e organismi internazionali, anche dopo gli annunci perentori di una riforma liberale dei licenziamenti da parte del premier Mario Monti e del ministro Fornero. Ma la flessibilità in uscita è solo uno dei tre aspetti di cui si compone la trattativa. Il primo è come modificare l’ingresso nel mercato del lavoro.
In questo caso i progetti accademici ma anche parlamentari di contratto unico a tempo indeterminato, visti di buon grado dalla Cgil, sono svaniti: “Abbiamo in mente – ha spiegato ieri Fornero – una forma contrattuale dominante, e questa è il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, che preveda l’ingresso nel mercato del lavoro possibilmente in giovane età attraverso un vero apprendistato. Su questo terreno non partiamo da zero e devo riconoscere il lavoro svolto in questo senso dal precedente governo”. Un esito gradito a sindacati come la Cisl e la Uil di Luigi Angeletti, contrari a irrigidire legislativamente aspetti che devono essere lasciati alla libertà e alla flessibilità delle parti. Questa direzione di marcia è complementare con l’idea del ministro Fornero, condivisa anche dalla Cgil, di rendere più costosi i contratti precari. Su ciò c’è una generica e formale condivisione di massima delle confederazioni degli imprenditori ma una sostanziale avversità.
Anche sul capitolo della trattativa, quello della riforma degli ammortizzatori sociali, c’è un accordo di massima sull’estendere la protezione sociale per chi non è coperto, ma c’è il problema del come e del quanto. E, soprattutto, una preoccupazione di Confindustria e sindacati: pagare di più per ammortizzatori sociali che non potranno essere coperti soprattutto dallo stato. Le preoccupazioni delle parti sociali sono state attenuate con le ultime due pagine del documento elaborato da Fornero intitolate “protezione dei lavoratori anziani”. Una mossa per esaudire le richieste dei sindacati di rendere gestibili le ristrutturazioni aziendali che poggiano sull’espulsione dei lavoratori più vecchi anche dopo la riforma della previdenza che ha abolito le pensioni di anzianità e spostato quelle di vecchiaia a 66 anni. Resta l’idea di Fornero di un’assicurazione sociale per l’impiego per chi perde il posto del lavoro: “Questo nuovo indennizzo – ha aggiunto ieri – non è mai inferiore a quello che è oggi l’assegno per la mobilità”.
Leggi Perché la Cgil riesce a tenere ancora bloccata la trattativa sul Lavoro di Sergio Soave - Leggi Lavoro, la verve riformatrice di Monti e Fornero


Il Foglio sportivo - in corpore sano
Fare esercizio fisico va bene, ma non allenatevi troppo
