A cosa (non) servono le tessere

Redazione

Alcuni episodi locali in cui sono state denunciate forme di tesseramento anomale o addirittura truffaldine nel Pdl hanno aperto una discussione sulla validità delle procedure congressuali del partito, che ha bisogno come il pane di una fase di confronto politico e di rinnovamento. E’ ovvio contrastare il partito delle tessere false, ma forse bisognerebbe porsi un problema più ampio, sulla validità di un sistema politico costruito su partiti di tesserati. Da questo punto di vista anche la concorrenza, quella del Pd, non se la passa bene.

    Alcuni episodi locali in cui sono state denunciate forme di tesseramento anomale o addirittura truffaldine nel Pdl hanno aperto una discussione sulla validità delle procedure congressuali del partito, che ha bisogno come il pane di una fase di confronto politico e di rinnovamento. E' ovvio contrastare il partito delle tessere false, ma forse bisognerebbe porsi un problema più ampio, sulla validità di un sistema politico costruito su partiti di tesserati. Da questo punto di vista anche la concorrenza, quella del Pd, non se la passa bene. Pur avendo ereditato una corposa “cultura delle tessere”, il Pd continua a collezionare sconfitte nelle consultazioni interne alle coalizioni con le quali affronta le consultazioni amnistrative.

    A che servono  tesserati se poi, al momento di esprimersi, non tengono affatto conto (com'è del tutto legittimo naturalmente) delle indicazioni del partito cui aderiscono? Anche l'Udc sta apprestandosi a un congresso straordinario, perché le sue strutture di partito appaiono inadeguate alla nuova fase politica. Nel momento in cui i partiti si accingono a riformare il sistema politico intervenendo sulla Costituzione e sui meccanismi di voto, il che è naturalmente lodevole, non possono evitare di guardare anche dentro di sé, perché partiti malati difficilmente possono risanare il sistema di cui sono e vogliono restare cardini. Oggi come oggi il tesseramento ha solo la funzione di costituire la paltea elettorale degli organismi di partito, che poi non si occupano affatto di fornire agli aderenti sedi e occasioni di confronto e sulle scelte politiche.

    Le vecchie sezioni di partito saranno superate, ma quel che è stato messo al loro posto è peggio. Non funziona il sistema attualmente vigente nei partiti italiani, dove la burocrazia c'è, costa, ma non esercita nessuna funzione percettibile di orientamento e di raccordo con l'opinione dei militanti. Così anche la funzione minima di comitato elettorale risulta inefficace, mentre gli scontri interni appaiono solo lotte di potere senza riferimenti né di consenso né di idealità.