That win the best

Contro i luoghi comuni dei giornali italiani in astinenza da serie A

Jack O'Malley

Il Chelsea è virtualmente morto (anche se ieri ha battuto i Wolves), il Manchester United è la parodia di se stesso, il Manchester City è il cugino sfigato di quello squadrone tosto e cinico che sembrava dovesse mangiarsi la Premier League in un solo boccone. Ora, io capisco tutto, per carità, la crisi, l’incertezza, il Preside e l’eterodirezione. Ma perché oltre a mandare in ferie il campionato di calcio in Italia avete mandato in ferie pure i giornali?

    Londra. Il Chelsea è virtualmente morto (anche se ieri ha battuto i Wolves), il Manchester United è la parodia di se stesso, il Manchester City è il cugino sfigato di quello squadrone tosto e cinico che sembrava dovesse mangiarsi la Premier League in un solo boccone. Mentre in Italia vi intrattenevate con cinepanettoni e discorsi alla nazione, noi perfidi albionici ci godevamo non già la caduta degli dei – spettacolo noioso – ma la risalita di un mito, il Tottenham Hotspur. Che la squadra di Bale e Adebayor non possa puntare alla vittoria della Premier lo si capisce dal fatto che non ha avuto la freddezza di massacrare lo Swansea City (che gioca un signor calcio stile palla lunga e pedalare, non mi stancherò mai di elogiare quei ragazzi) mentre il Chelsea le prendeva dall’Aston Villa, il City dal Sunderland e lo United dalla nazionale sbandieratori del Palio di Siena sotto le mentite spoglie del Blackburn Rovers. Epperò gli Spurs sono lì a sei punti dalla testa e con una partita in meno delle due squadre di Manchester e c’è una pulsione viscerale che induce a fare il tifo per questa squadra tonica, arcigna, bella nella sua bruttezza e tremendamente più interessante della compagine dei tabagisti e di quella dei consumatori di cene a tradimento.

    Ora, io capisco tutto, per carità, la crisi, l’incertezza, il Preside e l’eterodirezione. Ma perché oltre a mandare in ferie il campionato di calcio in Italia avete mandato in ferie pure i giornali? A leggerli in questi giorni, specialmente on line, viene da simpatizzare per l’analfabetismo: classifiche sulle cose più belle, più brutte, più noiose, più sexy, più interessanti, meno interessanti del 2011; consigli su come dimagrire dopo le feste; approfondimenti sul perché si è ingrassati durante le feste; approfondimenti sul perché durante le feste ci viene la febbre; il solito “mistero degli uccelli morti” che puntualmente una volta all’anno ci viene rifilato; l’imperdibile notizia “Perde la fede, dopo 16 anni la ritrova sopra la carota”. Per fortuna c’è lo sport, e per fortuna c’è la Premier League. Vi siete accorti che se non ci fosse il campionato inglese le vostre pagine sportive (per tacere di Tuttosport) avrebbero come notizia di punta il passaggio di Marco “Bollito” Borriello alla Juve? Invece ecco la cena di Rooney, il “negro” di Suarez e il compleanno di Ferguson. Poi, certo, c’è il capitolo Balotelli che vi dà soddisfazioni. Ieri tre giornali diversi avevano tre notizie diverse su Mario: le sigarette proibite, il padrone di casa che lo multa per i danni fatti con i fuochi d’artificio e la sua sconfitta a freccette in un pub di Manchester. Dite la verità: la serie A non vi è mai mancata così tanto, eh?