Consiglio di crescita

Redazione

Pochi istanti di compiacimento per i risultati positivi dell'asta di Bot semestrali che si è svolta in mattinata, e molto tempo dedicato a limare i piani per la “fase due” che servirà a rilanciare la crescita. Grossomodo sono state così divise, ieri, le tre ore di Consiglio dei ministri. All'uscita i responsabili dei dicasteri non hanno rilasciato dichiarazioni, rimandando alla conferenza stampa di fine anno che che sta tenendo lo stesso premier, Mario Monti.

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    Pochi istanti di compiacimento per i risultati positivi dell'asta di Bot semestrali che si è svolta in mattinata, e molto tempo dedicato a limare i piani per la “fase due” che servirà a rilanciare la crescita. Grossomodo sono state così divise, ieri, le tre ore di Consiglio dei ministri. All'uscita i responsabili dei dicasteri non hanno rilasciato dichiarazioni, rimandando alla conferenza stampa di fine anno che che sta tenendo lo stesso premier, Mario Monti. Un decreto di riordino della pesca, piccoli ritocchi alla riforma delle pensioni per i lavoratori in mobilità, prolungamento dello stato d'emergenza per la situazione dei rifiuti a Roma: le misure approvate ieri, come da attese, erano di ordinaria amministrazione  (anche l'attesa decisione sulle tariffe autostradali dovrebbe essere presa domani dal ministero dello Sviluppo e delle infrastrutture, senza passare dal Cdm).

    “Unanimemente condiviso” dai ministri, invece, il programma per le prossime settimane. Entro il mese di gennaio sarà pronto infatti un pacchetto complessivo di provvedimenti per lo sviluppo e la crescita. Magari da approvare “a rate” con intervalli di 10-15 giorni, piuttosto che in un decreto unico che sarebbe troppo eterogeneo. A questo proposito, nel corso della riunione di ieri sarebbe stato sottolineato tra l'altro che gli impegni presi con l'Europa dal precedente governo Berlusconi vanno rispettati. Perciò i dossier principali restano quello delle liberalizzazioni (da estendere molto oltre le sole categorie di tassisti e farmacisti, passando anche per poste, trasporti, energia e servizi pubblici locali), e quello della riforma del mercato del lavoro. Prima di introdurre maggiore flessibilità anche in uscita – specie dopo le polemiche sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori – si dovrebbero prima modificare gli ammortizzatori sociali con forme estese di sussidi.

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