Vista da dietro

Redazione

Il senatore repubblicano e ciccione che dà della culona alla first lady democratica e palestrata è uno di quei pettegolezzi che il giornalista collettivo non si lascia sfuggire facilmente, soprattutto sotto Natale, quando le cattiverie gratuite si notano il doppio. Un'occhiata ai fatti, innanzitutto: qualche giorno fa, il corpulento senatore del Wisconsin Jim Sensenbrenner passeggiava per il lounge dell'aeroporto di Washington; parlava al telefono a voce alta, molto alta.

    Il senatore repubblicano e ciccione che dà della culona alla first lady democratica e palestrata è uno di quei pettegolezzi che il giornalista collettivo non si lascia sfuggire facilmente, soprattutto sotto Natale, quando le cattiverie gratuite si notano il doppio. Un'occhiata ai fatti, innanzitutto: qualche giorno fa, il corpulento senatore del Wisconsin Jim Sensenbrenner passeggiava per il lounge dell'aeroporto di Washington; parlava al telefono a voce alta, molto alta. All'interlocutore raccontava di un incidente avvenuto in una chiesa episcopaliana di Hartford, nel suo stato d'origine, dove una donna l'aveva avvicinato lodando le qualità di Michelle Obama, la first lady che guida una battaglia contro l'obesità infantile. Il senatore, che non le manda a dire, le ha risposto: “She lectures us on eating right while she has a large posterior herself”. Cioè: “Ci dà lezioni sulla corretta alimentazione mentre lei stessa ha un grosso posteriore”, lamentela su chi predica bene e razzola male presa per un affronto estetico senza precedenti, addirittura con un sottofondo razzista.

    La conversazione telefonica del senatore, privata come dovrebbero essere tutte le telefonate tranne quelle alla propria compagnia telefonica, è stata per caso origliata da un anonimo attivista democratico, che ha passato le informazioni a Betsy Rothstein, la sovrana di FishbowlDC, sito di gossip giornalistico imperdibile per chiunque si occupi dei panni sporchi della capitale. Betsy ha chiesto conto delle opinioni raccolte all'ufficio di Sensenbrenner e dopo un simpatico scambio di email con la portavoce – “non commento le dimensioni del sedere del mio capo” – il senatore si è cosparso il capo di cenere e ha mandato un biglietto privato all'ufficio della first lady, secondo il più ovvio degli schemi riparatori in politica. Nel frattempo il Milwaukee Journal Sentinel si è messo in contatto con la donna che in quella chiesa del Wisconsin ha acceso il diverbio. Ann Marsh-Meigs, 72 anni, membro storico della chiesa episcopaliana in questione, ha spiegato che Sensenbrenner è stato “maleducato” e che è “stupido parlare in quel modo” di una “donna bellissima ed elegante”.

    Caso chiuso? Figurarsi. L'episodio è troppo ghiotto per non essere sfruttato e la versione on line di Repubblica ha sintetizzato il caso con un incredibile paragrafo che merita di essere citato quasi integralmente: “Un senatore repubblicano famoso per aver spinto sulla repressione dei diritti civili nel Patriot Act e sulla guerra al terrore di George W. Bush ieri ha dovuto chiedere pubblicamente scusa alla First Lady. Jim Sensenbrenner aveva dato a Michelle della culona: né più né meno”. Parafrasi: un senatore razzista e guerrafondaio ha insultato pubblicamente la first lady. Anathema sit. Nella titolazione si dice che “l'offensiva del Gop sfiora anche la mancanza di rispetto verso la coppia presidenziale”. Ma sono le cose che non si dicono quelle che contano: che il commento del senatore è stato captato da un orecchio malizioso (quello sì che è culo), Sensenbrenner non ha dichiarato a reti unificate che Michelle ha il culo grosso; che il Patriot Act è stato votato da 98 senatori su cento; che il buco della serratura (o l'orecchio appoggiato al bicchiere) è la pulsione dominante del giornalista collettivo; che il contesto è un concetto morto e sepolto. Perché disturbarsi a dettagliare le circostanze quando si può ciurlare nel manico mettendo in fila parole ammiccanti tipo “repressione”, “terrore” e “culona”?