Il purgatorio della periferia

Daniela Delle Foglie

Un'adolescente beccata con i preservativi nel cassetto finisce all'inferno? Certo che no, ma finisce in una perfetta periferia residenziale, lontana dalle tentazioni di una grande metropoli. E' quanto racconta la nuova comedy dell'Abc dal titolo Suburgatory, neologismo che fonde le parole “suburb” e “purgatory”. Per Tessa, ragazzina sveglia e sfrontata (ormai non c'è adolescente televisiva o cinematografica che non si rifaccia al fortunatissimo modello Juno), è infatti un vero e proprio purgatorio la periferia di plastica.

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    Un'adolescente beccata con i preservativi nel cassetto finisce all'inferno? Certo che no, ma finisce in una perfetta periferia residenziale, lontana dalle tentazioni di una grande metropoli. E' quanto racconta la nuova comedy dell'Abc dal titolo Suburgatory, neologismo che fonde le parole "suburb" e "purgatory".

    Per Tessa, ragazzina sveglia e sfrontata (ormai non c'è adolescente televisiva o cinematografica che non si rifaccia al fortunatissimo modello Juno), è infatti un vero e proprio purgatorio la periferia di plastica, dove George, il suo papà single, la trascina a vivere lasciandosi alle spalle la vita difficile di una metropoli come New York. "Abbastanza ironico che una scatola piena di lattice mi abbia catapultato in un luogo pieno di plastica" afferma Tessa, quando, appena scesa dal camion del trasloco, intravede le vistose protuberanze artificiali delle sue nuove vicine di casa. Il padre, preoccupato delle conseguenze negative che possono scaturire dal crescere una ragazza senza una figura femminile di riferimento, pensa che un quartiere pieno di villette a schiera abitate da mamme che sfornano calde torte di mele sia il modo giusto per offrire a Tessa almeno un assaggio di ciò che le manca. Peccato che gli anni '50 siano passati da un pezzo e che le casalinghe disperate nel 2011 siano barbie siliconate, tutte extension e pilates dedite a comprare biancheria intima per le figlie, loro piccole cloni.

    "Se qualcuno mi chiedesse la più grande differenza tra i sobborghi e Manhattan, risponderei: le mamme. E' come la marcia del milione di mamme, sono ovunque: nei centri commerciali, ai concerti rock, escono fuori dai solarium con i piedi freschi di pedicure nelle infradito, con le loro figlie onnipresenti e i loro enormi bicchieroni di caffè freddo": non è proprio quello che sogna una ragazzina cresciuta senza la mamma. Non sono, però, solo le madri siliconate a fare la differenza. Nelle periferie linde e pinte c'è il totale silenzio: no sirene, niente urla. Non ci sono crimini di rilievo se non furti di bambole di porcellana, Halloween non lo si festeggia con mostri e sangue, ma solo con tante caramelle colorate. Niente scherzetti, solo dolcetti. Come è normale che sia, Tessa proverà in tutti i modi a far pentire il papà della sua scelta.

    Inizierà per sfida a vestirsi come le sue coetanee di periferia: piccole Paris Hilton con minigonne inguinali appositamente accorciate dalle mamme, inizierà a bere redbull dietetica al posto della cena, farà di tutto per poi accorgersi che anche suo padre si sente intrappolato in un mondo a cui non appartiene. Come da manuale, la ragazzina inizia a capire le buone intenzioni e il sacrificio del papà e a intravedere il bene in quel nuovo mondo: "Forse, a volte, sotto un paio di enormi seni finti, si può trovare un enorme e naturale cuore". Così, nel mezzo della sua adolescenza… Tessa si ritrovò in una selva siliconata. L'attraverserà tutta per ritrovare la naturalezza dei suoi anni.

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