Franza o Spagna, purché sia bipolarista

I partiti, esclusi dalle funzioni di governo e di opposizione che erano state loro assegnate dagli elettori, pare siano intenzionati a utilizzare questa fase di tregua coatta per verificare la possibilità di intese sulle riforme istituzionali, a cominciare da quella del sistema elettorale. Il Pdl riunirà una commissione incaricata di sfornare una proposta di merito a quanto pare già prima di Natale. L'idea dominante è quella di salvare il bipolarismo senza bisogno di affidarlo a premi di maggioranza, di superare il “listino” nazionale senza bisogno di restaurare il sistema delle preferenze (che non esiste in nessuna grande democrazia).

Il meccanismo su cui si lavora è per certi aspetti simile a quello in vigore in Spagna: le circoscrizioni saranno ricondotte alla dimensione delle province, il che, se si andasse a ridurre il numero dei parlamentari dimezzandolo, significherebbe che ci sarebbero in media tre seggi per circoscrizione e quindi liste assai ridotte. Il bipolarismo sarebbe assicurato dal fatto che i due maggiori partiti nazionali otterrebbero quasi certamente seggi in tutte le circoscrizioni e che le formazioni a base territoriale (non solo la Lega ma anche Svp, Mpa ed eventuali altri raggruppamenti meridionalistici) eleggerebbero direttamente le loro rappresentanze senza l'esigenza di accordi preventivi.

Mancherebbe però la scelta diretta del governo da parte degli elettori, ma vale la pena ricordare che in Spagna, dove il meccanismo di voto è di questo tipo ed esistono radicati partiti territoriali, il candidato del partito più votato ha sempre assunto la presidenza del governo, conservandola per tutta la legislatura. Un meccanismo di questo genere, formalmente proporzionale ma con un effetto di correzione maggioritaria, potrebbe soddisfare le esigenze di tutte le principali formazioni politiche e quindi – leggere a questo proposito la spalla in prima pagina sul Foglio di oggi sulla riforma elettorale a cui sta lavorando il Pdl – ha qualche possibilità di diventare la base di un accordo effettivo.