That win the best
Il Barcellona vuole il premio più importante, la Juve il rigore più farlocco
La Fifa ha annunciato i nomi dei tre finalisti del Pallone d'Oro – Messi, Xavi e Cristiano Ronaldo – ma la lista su cui capitani, commissari tecnici e giornalisti hanno votato era molto più lunga (23 nomi). Oggi siamo in grado di svelare in esclusiva alcuni dei nomi che sono stati, a torto o a ragione, scartati dagli ottimati del calcio europeo. Sette sono magazzinieri del Barcellona: non parlano una parola di castigliano ma portano pettorine e palloni a memoria.
Londra. La Fifa ha annunciato i nomi dei tre finalisti del Pallone d'Oro – Messi, Xavi e Cristiano Ronaldo – ma la lista su cui capitani, commissari tecnici e giornalisti hanno votato era molto più lunga (23 nomi). Oggi siamo in grado di svelare in esclusiva alcuni dei nomi che sono stati, a torto o a ragione, scartati dagli ottimati del calcio europeo. Sette sono magazzinieri del Barcellona: non parlano una parola di castigliano ma portano pettorine e palloni a memoria. Molti sono convinti che il famoso stile di gioco blaugrana sia il frutto di un equilibrio zen creato da questi santoni delle retrovie, che dunque meriterebbero il premio (che poi darlo a Messi per la terza volta sarebbe noioso, e tutti sanno che Xavi è lì soltanto nel ruolo di “quell'altro del Barcellona”). Luis Enrique ci aveva provato a portare in blocco a Trigoria il team dei magazzinieri fatati, ma non c'è stato verso e così la Gazzetta, notando con acribia che quelli della Roma una volta perdono e si pigliano a pugni nello spogliatoio, un'altra perdono e rimangono in otto in campo, sancisce che il modello Barcellona “non è esportabile”. Ben arrivati. Forse la Roma è l'unica squadra di serie A che si fregia di essere intimorita dall'Inter.
Nella lista ci sarebbero anche il nipote di Jordi Cruiff, la governante di Guardiola, lo chauffeur di Rossell, Shakira e alcuni personaggi inventati da Maurizio Milani. Per un errore di stampa è stato infilato anche Ricardo Quaresma, che ha raggranellato i voti di quelli che vedendo in campo Nagatomo e Faraoni rimpiangono la trivela. Niente Agüero, che sabato ha fatto un gol da urlo: spalle alla porta in area ha fatto in un paio di secondi quello che Ricky Alvarez fa normalmente in un paio di mesi. Poi colpo di punta nell'angolo lontano fra una selva di calzettoni gialli. Balotelli è riuscito a strappare qualche titolo di giornale per via del gol di spalla, che è un po' l'equivalente del gol di testa da terra che si faceva da bambini al parco per umiliare gli avversari: cose comunque troppo colorite per gli incravattati con braccialetto antirazzismo della Fifa. Lo United vince ma Chicharito si affloscia su una caviglia durante un'azione d'attacco: se fosse successo a Torino, l'arbitro avrebbe fischiato rigore ed espluso il portiere, ché quello era un chiaro afflosciamento da occasione da gol. A Milano, invece, l'attaccante messicano sarebbe stato sostituito da un difensore (meglio essere prudenti) di sedici anni appena prelevato per qualche migliaio di euro dalla serie B danese che secondo Ranieri è un fenomeno.


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