Uniti contro Teheran
L'Italia ha richiamato il proprio ambasciatore a Teheran, dopo l'assalto subito dall'Inghilterra alla propria sede diplomatica nella capitale della Repubblica islamica. E' stato un gesto di responsabilità politica e di solidarietà occidentale, dopo che si era consumato il più grave attacco alla sovranità di un paese alleato a Teheran dal fatale 4 novembre 1979, quando ci fu la presa degli ostaggi americani. Un anno fa, governo Berlusconi in carica, era stata la nostra ambasciata in Iran a subire un assedio simile da parte dei pasdaran.
L'Italia ha richiamato il proprio ambasciatore a Teheran, dopo l'assalto subito dall'Inghilterra alla propria sede diplomatica nella capitale della Repubblica islamica. E' stato un gesto di responsabilità politica e di solidarietà occidentale, dopo che si era consumato il più grave attacco alla sovranità di un paese alleato a Teheran dal fatale 4 novembre 1979, quando ci fu la presa degli ostaggi americani. Un anno fa, governo Berlusconi in carica, era stata la nostra ambasciata in Iran a subire un assedio simile da parte dei pasdaran.
La recente pubblicazione del rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica ha rivelato che l'Iran è in una fase ultimativa di sviluppo di armi nucleari e che sta per essere oltrepassato quel punto di non ritorno dopo il quale il mondo dovrà convivere con un regime potenzialmente genocida e nuclearizzato. Teheran è sempre più isolata nella comunità internazionale e adesso arranca con la certezza che sanzioni ancora più dure andranno a colpirla. Queste sanzioni non piegheranno del tutto l'estremismo degli ayatollah, ma daranno il chiaro segnale che il mondo desidera un cambio di regime e che esige la fine della sfida atomica e messianica iraniana. Un Iran nuclearizzato è una minaccia per tutto il mondo libero, non soltanto per Israele, l'unico stato membro dell'Onu minacciato di estinzione da un altro stato membro dell'Onu. Come chiarito nel rapporto dell'Aiea, l'attuale sviluppo di tecnologie nucleari, assieme ai missili Shahab-3 già in possesso del regime degli ayatollah, rendono Teheran un pericolo strategico anche per l'Europa. Anche il Congresso americano sta preparando una serie di sanzioni letali da approvare prima di Natale. Nel frattempo le casematte nucleari del regime stanno subendo misteriose esplosioni mirate.
L'aggressione dei basiji all'ambasciata britannica è un estremo tentativo del regime iraniano di mostrare i denti nella speranza di conservare il punto di arrivo, l'atomica, in una situazione di difficoltà storica. E' un segno di mobilitazione internazionale che – mentre l'Iran attacca Inghilterra, Italia, Germania, Francia e Olanda, per ora solo con dimostrazioni davanti e dentro alle ambasciate – chiama l'intera comunità internazionale a una mobilitazione dura ed efficace contro quello che, dopo l'11 settembre 2001, viene unanimemente considerato il maggior pericolo dei nostri tempi. Non soltanto quindi parole e condanne rituali o retoriche, ma anche atti politici ed economici pesanti e, se sarà il caso, militari contro il regime degli ayatollah. Teheran sa che nel caso in cui non si piegherà anche a queste sanzioni resta soltanto l'azione militare, che sarebbe larghissima: Israele, l'America ma anche forse l'Arabia Saudita.


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