Stavolta i giornali stranieri hanno ragione: la giustizia italiana è farsesca
Dopo i fatti di Perugia i gentlemen del Times di Londra nel loro fondo principale di ieri hanno definito il sistema giudiziario italiano “farsesco” e “deficitario”. Non è che finalmente la stampa di sua Maestà sta per rendersi conto che persino Silvio Berlusconi è stato la vittima dello stesso sistema che fa non solo schifo ma paura. Alleluia! Il camerata Travaglio, invece, nella sua quotidiana lezione di giustizialismo stile stato di polizia doc sul Fatto di ieri ha difeso a spada tratta la magnifica magistratura italiana.
di Nicholas Farrell
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Dopo i fatti di Perugia i gentlemen del Times di Londra nel loro fondo principale di ieri hanno definito il sistema giudiziario italiano “farsesco” e “deficitario”. Non è che finalmente la stampa di sua Maestà sta per rendersi conto che persino Silvio Berlusconi è stato la vittima dello stesso sistema che fa non solo schifo ma paura. Alleluia!
Il camerata Travaglio, invece, nella sua quotidiana lezione di giustizialismo stile stato di polizia doc sul Fatto di ieri ha difeso a spada tratta la magnifica magistratura italiana. Ha poi spiegato ai suoi lettori perché Amanda Knox e Raffaele Sollecito, se non colpevoli dell'omicidio di Meredith Kercher, meritavano di essere condannati in primo grado lo stesso. Ha poi ammonito: “La loro però rimane un'innocenza provvisoria, visto che entrambi restano imputati di omicidio fino al giudizio della Cassazione”. Non vede l'ora, si vede, di rimettere pure loro in carcere.
Fra l'altro, Travaglio ha difeso il garantismo dei tre gradi di giudizio in Italia prima della sentenza definitiva, a differenza di quel che avviene in America e in Inghilterra dove dopo la condanna in primo grado “si butta via la chiave”. Ma come giustamente ha commentato il Times in proposito: “Quando uno dei gradi smentisce così globalmente quello precedenti, c'è qualcosa che non va per niente bene.”
In ogni caso, non è garantista un sistema giudiziario come quello italiano che tiene in carcere un imputato per quattro anni (come nel caso di Knox e Sollecito) o magari fino a 10 anni, in casi in cui poi giunge un'assoluzione da parte della Cassazione.
Non è garantista un sistema giudiziario come quello italiano che può tenere in carcere un semplice indagato fino a un anno senza imputarlo (come nel caso di Knox e Sollecito). Anzi. In Inghilterra, ad esempio, un indagato può essere tenuto in carcere solo per 48 ore senza essere imputato.
Il sistema giudiziario inglese è simile a quello americano. Da inglese conosco meglio il mio. In Inghilterra, un indagato non viene imputato senza prove convincenti nei suoi confronti. In Italia, invece, tanta gente viene imputata sulla base di ipotesi fondate su indizi e basta. In Inghilterra, un imputato viene processato velocemente. In Italia (quasi) mai. In Inghilterra, non si processa qualcuno in stile Bar Sport, cioè: “L'avrebbe fatto!” o “non poteva non sapere!”. In Italia sì. In Inghilterra, né Knox né Sollecito sarebbero stati processati, figuriamoci condannati, per un semplice motivo: non c'erano delle prove convincenti nei loro confronti (il Dna sul coltello e sul reggiseno non convincevano neanche al primo processo). In Inghilterra, si condanna solo nel caso di prova certa al di là di ogni ragionevole dubbio nei confronti dell'imputato. In Italia no, come vediamo ogni santo dì.
In Inghilterra, si fa uso delle intercettazioni telefoniche raramente e solo con l'autorizzazione del ministro dell'Interno. In Italia, persino Ilda Boccassini si lamenta dei livelli industriali delle intercettazioni. In Inghilterra, le intercettazioni (e i verbali) non vengono mai rilasciate a complici mediatici come avviene in Italia, e non vengono mai pubblicate perché il diritto a un processo equo e giusto è più fondamentale del diritto di cronaca o (quasi sempre) dell'interesse pubblico. In Inghilterra, insomma, le prove vengono ascoltate solo nell'aula del tribunale. In Italia si pubblica tutto e si fa processo in piazza, e così si inquinano per forza le prove.
Travaglio – nel suo elenco di motivi per i quali, come strilla il titolo del Fatto, “sono liberi due colpevoli” o, per usare le sue parole, “c'entrano” – tira fuori la falsa accusa di Knox nei confronti di Patrick Lumumba.
“Altrimenti perché Amanda, nel primo interrogatorio senza difensore, quando nessuno ancora sa nulla dell'esistenza di Rudy (Guede, ndr), descrive la scena del delitto e accusa Patrick Lumumba, il ‘nero sbagliato'… Se lei non era lì, che ne sapeva del delitto o dell'assassino? E se lei non c'entra perché calunniare un innocente?”.
Non ci arriva Travaglio. Non ci arriva. La risposta alla prima domanda è: non sapeva nulla del delitto o dell'assassino, necessariamente. E alla seconda: chi se ne frega!
La bugia di Knox è un indizio ma non è la prova di nulla.
di Nicholas Farrell
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