Caso Unipol-Bnl

Il gip di Milano chiede l'imputazione coatta per Berlusconi

Redazione

Il gip di Milano Stefania Donadeo, nel respingere la richiesta di archiviazione per Berlusconi, ha chiesto al pm di formulare nei confronti del premier l'imputazione coatta per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio. L'accusa riguarda la pubblicazione di un'intercettazione coperta da segreto tra Giovanni Consorte e Piero Fassino del 31 dicembre del 2005 in cui Fassino chiedeva “Abbiamo una banca?”.

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    Il gip di Milano, Stefania Donadeo, nel respingere la richiesta di archiviazione per Berlusconi, ha chiesto al pm di formulare nei confronti del premier l'imputazione coatta per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio. L'accusa riguarda la pubblicazione sul Giornale di un'intercettazione coperta da segreto di una conversazione tra Giovanni Consorte e Piero Fassino del 31 dicembre del 2005 in cui Fassino chiedeva “Abbiamo una banca?”. Secondo l'accusa lo stralcio venne “trafugato” dai computer della procura di Milano quando ancora erano in corso le indagini. Per la stessa vicenda è già stato condannato con rito abbreviato l'imprenditore Fabrizio Favata e ha patteggiato Roberto Raffaelli, all'epoca titolare dell'azienda che si occupava delle intercettazioni per conto dei pm milanesi.

    "L'unico interessato alla  pubblicazione della notizia riguardante un avversario politico era proprio il destinatario del regalo, Silvio Berlusconi, stante l'approssimarsi delle elezioni politiche. Tale notizia avrebbe leso,  così come è stato, l'immagine di Piero Fassino". Lo scrive il gip di Milano nell'ordinanza con la quale ha disposto l'imputazione coatta e la richiesta di rinvio a giudizio per il  premier . 

    Nel registro degli indagati sono stati iscritti anche Maurizio Belpietro, al tempo direttore del Giornale, mentre l'editorie Paolo Berlusconi è già stato rinviato a giudizio. Il pm dovrà ora formulare la richiesta di processo per il presidente del Consiglio che sarà valutata dal gup. La procura di Milano avrà 10 giorni di tempo per presentare il capo di imputazione.

    "E' una decisione infondata – ha commentato Nicolò Ghedini – a Milano nulla mi stupisce. Tra l'altro c'è una conclamata incompetenza territoriale".

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