Ieri l'inaugurazione del nuovo impianto

Qualche numero per capire che la Juve ha fatto bene a farsi uno stadio tutto suo

Francesco Caremani

In Europa, secondo un'indagine Uefa, su 732 club dei massimi campionati 608 non hanno lo stadio di proprietà, di questi il 65 per cento paga l'affitto allo stato o alle amministrazioni locali. Il valore immobiliare dei club è di circa 5,2 miliardi di euro, ma il 64 per cento è riconducibile a sole venti società. Con la spettacolare inaugurazione di ieri sera, la Juventus è il primo club italiano a entrare a far parte della ristretta élite di club che posseggono un proprio impianto: “La scorsa stagione l'Olimpico ha fruttato 11,5 milioni di euro”.

    In Europa, secondo un'indagine Uefa, su 732 club dei massimi campionati 608 non hanno lo stadio di proprietà, di questi il 65 per cento paga l'affitto allo stato o alle amministrazioni locali. Il valore immobiliare dei club è di circa 5,2 miliardi di euro, ma il 64 per cento è riconducibile a sole venti società. Con la spettacolare inaugurazione di ieri sera, la Juventus è il primo club italiano a entrare a far parte della ristretta élite di club che posseggono un proprio impianto: “La scorsa stagione l'Olimpico ha fruttato 11,5 milioni di euro – ha detto Francesco Calvo, nuovo direttore marketing bianconero – Grazie allo stadio nuovo arriveremo al 20 per cento del nostro fatturato: fino a ieri eravamo fermi all'8, contro il 13 della media italiana e il 26-27 di Inghilterra e Germania”.

    Lo studio Deloitte sui ricavi
    dei club nella stagione 2009-10 è in questo senso significativo. Il Manchester United incassa più dall'Old Trafford che dai diritti televisivi: 122,4 milioni di euro dalla biglietteria contro 104,8; 99,4 invece dal merchandising. Una forza economica che negli ultimi dieci anni ha prodotto sei Premier League, una FA Cup, tre coppe di Lega, cinque Community Shield, una Champions League e un Campionato del mondo per club. Niente male per chi s'è permesso di cedere nello stesso decennio David Beckham, Ruud Van Nistelrooy e Cristiano Ronaldo al Real Madrid.

    E la Juventus? Quasi 17 milioni dalla biglietteria e ben 132,5 dai diritti televisivi, una forbice simile a quella delle altre squadre italiane citate nello studio: Milan 31,3 contro 141,1; Inter 38,6 contro 137,9; Roma 19 contro 65,6. Secondo il “Report Calcio 2011” condotto da Arel e Pricewaterhouse Coopers la media spettatori in Italia è di circa 25 mila, dietro Spagna (29 mila), Inghilterra (oltre 34) e Germania (42.500). E gli stadi di proprietà? Venti in Premier, nove nella Liga, uno soltanto in Germania e Francia. Cifre in continuo aggiornamento, soprattutto in Bundesliga.

    Che lo stadio sia un fattore decisivo per le entrate ma non sempre per i risultati lo dimostrano i numeri dell'Arsenal. La squadra londinese nel 2005-06 fatturava 192,4 milioni di euro, la stagione successiva, con l'Emirates Stadium, è arrivata a 263,9 (considerando che la compagnia aerea pagherà fino al 2021 6,6 milioni di sterline l'anno grazie al naming rights, la sponsorizzazione dell'impianto). Risultati sportivi? Deludenti, bacheca vuota e i giovani cresciuti e rivalutati dall'allenatore Arsène Wenger sul mercato. Il pareggio di bilancio per i Gunners è sicuramente un grande risultato in epoca di fair play finanziario, ma non per i tifosi. Il naming rights funziona bene anche in Germania dove il Bayern Monaco ricava 6 milioni di euro l'anno, l'Amburgo 4,3, il Borussia Dortmund 4. Nonostante questo, però, nessuna squadra tedesca ha vinto una delle ultime dieci edizioni della Champions o dell'Europa League, appannaggio d'inglesi, spagnole, italiane, portoghesi, olandesi, ucraine e russe. Intanto anche il Manchester City ha raggiunto un accordo per il nuovo stadio sullo stile Arsenal: si chiamerà Etihad, dall'omonima compagnia aerea, che farà entrare 150 milioni di sterline in 10 anni nella casse dei Citizens. Real Madrid e Barcellona sono i due club con i maggiori ricavi per la stagione 2009-10, con i diritti televisivi che sono la voce più grossa, anche se dallo stadio entrano rispettivamente 129,1 e 97,8 milioni di euro. Le Merengues superano addirittura il Manchester United (l'Arsenal è a quota 114,7 milioni): anni luce di distanza dai club italiani.

    Ultimo ma non ultimo, un vantaggio degli impianti di terza generazione (come quello della Juventus) è che sono vissuti sette giorni su sette. In questo modo, oltre a dare lavoro alle ditte costruttrici (con il pericolo speculazione edilizia sempre sotto traccia), ne danno anche agli addetti dei vari servizi, dalla ristorazione al merchandising. Secondo uno studio StageUp il rifacimento dell'impiantistica sportiva italiana (non solo calcio) prevederebbe un giro d'affari di 6 miliardi di euro, con posti di lavoro per oltre 85.000 persone. Ma a parte gli apprezzamenti e i complimenti arrivati da ogni dove alla dirigenza bianconera, in Italia nessuno sembra ancora in grado di mettere in piedi un progetto simile.