L'assedio vesuviano

L'ultima eruzione del Vesuvio giudiziario ha portato all'arresto di Giampaolo Tarantini e moglie e al mandato di cattura per l'ex direttore dell'Avanti! Valter Lavitola. Il reato contestato è estorsione ai danni di Silvio Berlusconi, che quindi figura come parte lesa, ma il procedimento, naturalmente, è  un altro pezzo dell'assedio che si cerca di stringere attorno a lui. L'esito giudiziario della vicenda è problematico.

L'estorsione è difficile da dimostrare se viene negata, come in questo caso, dalla presunta vittima. La competenza territoriale di Napoli è basata solo sul concetto assai elastico dell'obbligatorietà dell'azione penale in presenza di una notitia criminis, che è ancora difficile capire dove stia. Però, l'esperienza insegna, l'occasione è buona per raccogliere tonnellate di intercettazioni telefoniche, per diffonderle indipendentemente dalla loro connessione con i reati ipotizzati e avviare comunque un altro giro di gossip e sputtanamento. Che si tratti di un sistematico aggiramento dei diritti, con finalità di carattere essenzialmente politico, verrà sempre negato dal partito delle procure, ma basta osservare la dinamica di simili inchieste per alimentare ogni dubbio.

Qualcosa deve essere apparso esagerato persino al procuratore aggiunto di Napoli, Francesco Greco, che ha sostenuto che le indagini sono state “fortemente compromesse dalla criminosa sottrazione di numerosi e rilevanti contenuti della richiesta cautelare a opera di ignoti, cui ha fatto seguito nei giorni scorsi la pubblicazione degli stessi su alcuni giornali”. Chissà che guardandosi intorno, il magistrato non possa accertare l'identità di questi “ignoti”.