“Scambiate alla nascita”, la nuova serie Abc che fa riflettere l'America
"A partire dal colore dei nostri occhi, passando dal colore dei capelli, a come ci si piega il mignolo e se siamo in grado di arrotolare la lingua, chi siamo è determinato dai geni ereditati dai nostri genitori". Si apre così il primo episodio di "Switched at Birth" (letteralmente “scambiate alla nascita”), una serie dell'Abc family che è la novità dell'attuale stagione estiva della tv americana. A causa di un banale errore commesso in ospedale da qualcuno molto distratto, due bambine si trovano casualmente a vivere l'una l'esistenza dell'altra.
"A partire dal colore dei nostri occhi, passando dal colore dei capelli, a come ci si piega il mignolo e se siamo in grado di arrotolare la lingua, chi siamo è determinato dai geni ereditati dai nostri genitori". Si apre così il primo episodio di "Switched at Birth" (letteralmente “scambiate alla nascita”), una serie dell'Abc family che è la novità dell'attuale stagione estiva della tv americana. A causa di un banale errore commesso in ospedale da qualcuno molto distratto, due bambine si trovano casualmente a vivere l'una l'esistenza dell'altra. La figlia di una ragazza madre portoricana viene cresciuta in una tradizionalissima e benestante famiglia wasp, mentre la piccola, destinata a essere una cheerleader o la reginetta del ballo della scuola, viene allevata in un quartiere popolare, finendo per diventare una vegetariana liberal. Sebbene negli anni la diversità fisica e caratteriale delle due ragazze rispetto ai genitori venisse da sempre giustificata tirando in ballo eredità genetiche di lontane generazioni, le due dirette interessate crescono covando la perenne, latente sensazione di non “appartenenza”.
Così, una banale esercitazione scolastica di laboratorio accende la spia che porta a galla la scioccante verità e la vita delle due famiglie cambia per sempre. A complicare l'incontro tra le protagoniste e i rispettivi genitori biologici, c'è un altro particolare: la ragazza cresciuta dalla mamma single è diventata sorda a causa di una meningite contratta da piccola. Elemento che non fa altro che acuire i sensi di colpa e le recriminazioni dei suoi genitori naturali. Gli sceneggiatori della serie hanno studiato a tavolino tutte le possibilità narrative utili a rendere quello che poteva semplicemente essere un curioso fatto di cronaca in un'avvincente storia famigliare, che offre parecchi spunti di riflessione celati da innocui meccanismi da soap opera. Lo scontro-incontro tra persone di diversa estrazione sociale e tradizione culturale, diventa la base su cui cresce la frustrazione per quello che viene percepito dai protagonisti come una sorta di abbandono involontario. Nulla sembra essere più forte del legame di sangue e di quel riconoscersi gli uni negli altri, base naturale di ogni rapporto tra genitori e figli. Eppure, la sofferenza non l'ha del tutto vinta. I genitori delle vittime dello scambio non riescono a non essere grati per gli anni passati ad allevare quelle figlie che pensavano essere loro. Uno strano mix di sentimenti e reazioni, riflesso di una società che sembra non sapere più cosa fa di una persona un “genitore”: il fatto di dare la vita o di farla crescere e maturare? Le due protagoniste si guardano a distanza, con diffidenza, chiedendosi chi sarebbero oggi, se fossero vissute lì dove era giusto e naturale.
Nel determinare ciò che siamo, il bagaglio genetico è più forte dell'influenza mondo? La serie televisiva accenna una risposta attraverso la stramba metafora con cui la figlia naturale della mamma single si difende da chi la addita come una “ricca ragazza bianca”: “Questa non è una pipa, è scritto sul dipinto di Magritte che raffigura proprio una pipa. Significa che i tuoi occhi ti stanno tradendo. Credi di guardare una pipa… cresci pensando che sia una pipa perché è quello che tutti dicevano che fosse. E poi un giorno scopri che in realtà è una melanzana. Sei una melanzana in un mondo di pipe”.


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