Perché l'Europa teme il riconoscimento unilaterale della Palestina
Mentre il Quartetto sul medio oriente è riunito a Washington sullo stallo nel processo di pace fra israeliani e palestinesi, centosei parlamentari europei hanno scritto una lettera aperta a Lady Ashton, a capo della diplomazia dell'Unione, contro la dichiarazione unilaterale di indipendenza palestinese in programma all'Onu.
Leggi la lettera aperta a Lady Ashton (in esclusiva sul Foglio)
Mentre il Quartetto sul medio oriente è riunito a Washington per discutere dello stallo nel processo di pace fra israeliani e palestinesi, centosei parlamentari europei hanno scritto una lettera aperta a Lady Ashton, a capo della diplomazia dell'Unione Europea, contro la dichiarazione unilaterale di indipendenza palestinese in programma all'Onu per settembre. Il Foglio anticipa qui la lettera. Vi si afferma che i negoziati sono la sola strada per l'accordo, una posizione ribadita anche dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo recente incontro con il premer israeliano Benjamin Netanyahu.
Se all'Onu passasse l'iniziativa palestinese, sostenuta da numerosi paesi dell'America Latina, Europa, Asia e Lega Araba, Israele sarebbe riconosciuto come una entità "illegale" dalla più alta istanza internazionale (il palazzo di Vetro) e significherebbe la fine degli accordi di Oslo, base di ogni negoziato. Dopo quella polacca, la delegazione italiana a Bruxelles è quella più cospicua fra i firmatari della lettera. Gli esperti di medio oriente temono che l'iniziativa di settembre all'Onu sarà fatta coincidere con il lancio di una "terza Intifada" e dalla ripresa delle violenze contro Israele.
Leggi la lettera aperta a Lady Ashton (in esclusiva sul Foglio)


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