La Germania rigorista ora riesce pure ad abbassare le tasse

Redazione

Rigore sui conti pubblici e alleggerimento del carico fiscale per i cittadini possono coesistere. Ma solo in Germania, per ora. Dal 2013, infatti, a Berlino il taglio delle imposte ci sarà, e avverrà contestualmente alla riduzione del deficit pubblico. Questa l'intesa di massima raggiunta a inizio settimana tra il presidente della Cdu, Angela Merkel, della Csu bavarese, Horst Seehofer e dell'Fdp, Philipp Rösler.

di Giovanni Boggero

    Rigore sui conti pubblici e alleggerimento del carico fiscale per i cittadini possono coesistere. Ma solo in Germania, per ora. Dal 2013, infatti, a Berlino il taglio delle imposte ci sarà, e avverrà contestualmente alla riduzione del deficit pubblico. Questa l'intesa di massima raggiunta a inizio settimana tra il presidente della Cdu, Angela Merkel, della Csu bavarese, Horst Seehofer e dell'Fdp, Philipp Rösler. Mentre in Italia la riforma tributaria è finita in un disegno di legge delega da dettagliare nei prossimi mesi, e comunque non comporterà una riduzione della pressione complessiva, la Cancelliera Merkel è riuscita a convincere il rigorista Wolfgang Schäuble, omologo tedesco del nostro ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Il disegno di rimodulazione delle aliquote verrà definito soltanto dopo la pausa estiva. Fin d'ora, però, circolano indiscrezioni sui punti qualificanti di questa manovra fiscale: sgravio per i redditi medi e bassi, alleggerimento del fiscal drag e abbassamento dei contributi di previdenza sociale pagati a metà da lavoratore e datore di lavoro. Per Rolf Peffekoven, ex consigliere economico dell'esecutivo dal 1991 al 2001, “è ora di restituire i soldi ai cittadini e non di sperperarli per nuovi sussidi o sovvenzioni”. Dopo anni di veti e incertezze sembra così arrivata l'ora fatidica di “lasciare più denaro nelle tasche dei cittadini”, per usare l'espressione cara agli esponenti liberali dell'Fdp.

    La scelta della Merkel si spiega con la volontà di ricompattare una coalizione divisa, nella speranza di dare finalmente al governo una linea chiara sulle priorità della legislatura. D'altro canto, il momento sembra propizio per dare il buon esempio, visto che l'economia tedesca continua a ruggire: il pil dovrebbe crescere del 4 per cento nel 2011, a maggio le esportazioni tedesche hanno segnato un rialzo del 4,3 per cento rispetto ad aprile, secondo i dati di ieri che vanno oltre le previsioni degli osservatori più ottimisti, mentre il livello delle entrate fiscali stabilirà quest'anno un record nella storia della Repubblica federale. Nel 2012 l'indebitamento netto dovrebbe quindi stare ben sotto ai 30 miliardi previsti, ma poi nel 2016, complice l'entrata in vigore del freno costituzionale ai debiti, l'indebitamento non potrà superare lo 0,35 per cento del pil. Quindi i tempi per il pareggio sono stretti e le risorse limitate.

    Accontentare i liberali, dunque, ma senza perdere di vista i conti pubblici. Sembra essere questa la posizione a questo punto irremovibile del ministro delle Finanze, Schäuble, secondo alcuni sondaggi il politico più amato del momento. Non è un caso che né la bozza di bilancio per l'anno 2012 né il piano finanziario fino al 2015, varati dal governo il 6 luglio scorso, contengano ancora il capitolo sul taglio delle tasse, dal momento che possono essere prese in considerazione soltanto le leggi già approvate. In attesa di definire la sforbiciata, il governo pensa però di recuperare risorse anche grazie alle privatizzazioni. Gli introiti per il 2012 dovrebbero essere doppi rispetto a quest'anno e riguardare la vendita di parte delle quote ancora (Deutsche Telekom e Deutsche Post) o da poco tornate (Commerzbank) in mano pubblica.

    Intanto, ieri, sul fronte parlamentare, è arrivata una brutta notizia: il disegno di legge sulla semplificazione fiscale voluto dall'Fdp è stato bocciato dal Bundesrat, dove l'esecutivo non ha più la maggioranza da circa un anno. I liberali hanno subito messo le mani avanti: “Sulle tasse non tollereremo marce indietro. Altrimenti, non votiamo il bilancio a novembre”, ha chiarito il deputato Jürgen Koppelin. Insomma, i tedeschi sul fisco si preparano a un autunno caldo.

    di Giovanni Boggero