E' olandese il nuovo reality show che spaventa la puritana Fox
C'è voluto un bel po' perché John De Mol, il papà del “Grande Fratello”, trovasse l'alternativa reale all'impero dei talent targati Fremantle: da “American Idol”, passando per “X factor” e “Britain's Got Talent”, format che hanno invaso i palinsesti di mezzo mondo. L'alternativa oggi si chiama “The Voice”: show nato originariamente come “The Voice of Holland”, nella tv olandese, laboratorio per eccellenza della reality television.
C'è voluto un bel po' perché John De Mol, il papà del “Grande Fratello”, trovasse l'alternativa reale all'impero dei talent targati Fremantle: da “American Idol”, passando per “X factor” e “Britain's Got Talent”, format che hanno invaso i palinsesti di mezzo mondo. L'alternativa oggi si chiama “The Voice”: show nato originariamente come “The Voice of Holland”, nella tv olandese, laboratorio per eccellenza della reality television. In patria è stato un successo, ma la definitiva consacrazione è arrivata negli Stati Uniti, dove il talent ha debuttato sul network Nbc conquistando il pubblico americano e preoccupando la Fox. Rete che fino ad ora era stata, oltre oceano, la regina incontrastata dei talent televisivi.
Questa nuova creazione di successo, definito ironicamente dalla rivista musicale Rolling Stone come il miglior prodotto d'importazione olandese dopo i tulipani e il chitarrista Eddie Van Halen, arriverà in autunno su Rai Uno. Le “blind auditions” (meccanismo banalissimo di selezione dei talenti, costruito in modo tale che il loro aspetto non influisca sulla scelta), hanno distinto questo format dal resto dei talent show e hanno rappresentato uno dei momenti più divertenti della passata stagione televisiva americana.
La centralità della voce e la battaglia agli stereotipi rappresentano la cifra stilistica del programma che, a differenza del tradizionalista American Idol, ha aperto le porte all'America liberal. La frecciata alla concorrenza infatti, non è tardata ad arrivare. Il talent dell'Nbc ha avuto tra i protagonisti Franchie Davis, squalificata nel 2003 dallo show Fox a causa di alcune remote foto in topless. La Davis è stata così riabilitata da The Voice davanti al pubblico statunitense, che sembra non aver battuto ciglio davanti ad un'alta quota di concorrenti omosessuali, tabù sdoganato soltanto nelle edizioni più recenti del puritano American Idol.
Il format, che potrà sicuramente essere ulteriormente perfezionato nella prossima edizione già prevista dal network, deve sicuramente il suo successo ai quattro coach: Adam Levine (frontman dei Maroon 5), Christina Aguilera, Ce Loo Gree (musicista e produttore R&B) e il cantante country Blake Shelton. Autentiche star del panorama musicale statunitense, in grado anche di cadenzare perfettamente i tempi televisivi. Intanto, come ulteriore prova del successo del programma, i concorrenti protagonisti della prima edizione stanno già scalando le classifiche americane.


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