A chi andrà il tesoro nascosto di Visnù?
Impallidiscono i tesori dei pirati, il deposito di Zio Paperone e perfino i forzieri che nel “Conte di Montecristo” di Dumas fanno la fortuna di Emond Dantès, di fronte a quanto è stato appena scoperto in due delle sei stanze sotterranee del tempio di Sri Padmanabhaswamy, nel Kerala (uno dei più antichi templi indiani, consacrato a Visnù eternamente dormiente).
Impallidiscono i tesori dei pirati, il deposito di Zio Paperone e perfino i forzieri che nel “Conte di Montecristo” di Dumas fanno la fortuna di Emond Dantès, di fronte a quanto è stato appena scoperto in due delle sei stanze sotterranee del tempio di Sri Padmanabhaswamy, nel Kerala (uno dei più antichi templi indiani, consacrato a Visnù eternamente dormiente).
L'agenzia di stampa AFP, riprendendo fonti locali, parla di “collane d'oro lunghe più di cinque metri, forzieri pieni di pietre preziose, vasellame tempestato di diamanti e rubini”. Si trattarebbe solo di una piccola parte delle offerte votive conservate nei secoli, il cui valore complessivo, a una prima occhiata, si aggirerebbe sui nove miliardi di euro. Che cosa ne sarà, è ancora però tutto da decidere.
La scoperta è avvenuta dopo che l'Alta corte del Kerala ha accolto la richiesta avanzata da un avvocato contro il fondo fiduciario che amministra da sessant'anni il luogo di culto e quindi le sue ricchezze, e che fa capo ai discendenti della famiglia reale di Travancore. I quali, secondo l'avvocato, non sono in grado di difendere il tempio e le sue ricchezze nascoste ma note a tutti. L'ultimo erede del maraja di Travancore si è opposto, invano, alla decisione dell'Alta corte. “Non esistono più reali. Siamo tutti cittadini”, è stata la risposta.


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