Blitz e droni. Così è cambiato il controterrorismo di Obama
Mentre un drone americano sganciava bombe sulla Somalia, a Washington il capo dell'antiterrorismo della Casa Bianca, John Brennan, spiegava i pilastri della nuova dottrina per “smantellare, distruggere e sconfiggere” al Qaida, secondo l'espressione standard degli ufficiali di Barack Obama.
New York. Mentre un drone americano sganciava bombe sulla Somalia, a Washington il capo dell'antiterrorismo della Casa Bianca, John Brennan, spiegava i pilastri della nuova dottrina per “smantellare, distruggere e sconfiggere” al Qaida, secondo l'espressione standard degli ufficiali di Barack Obama. Il principio da cui discende il documento sulla “strategia nazionale di antiterrorismo” è quello ripetuto come un ritornello dal presidente: l'America non è in guerra con il terrorismo (non si può essere in guerra con una tattica) né tanto meno con l'islam, ma con al Qaida e i suoi affiliati. Il principale scopo degli sforzi americani è fare in modo che “la base” non sia in grado di colpire ancora il suolo americano: “Questa è la prima strategia che mette l'accento innanzitutto sul territorio nazionale”, ha detto Brennan.
Nell'impostazione antiterroristica non ci sono tracce di guerra al terrore, freedom agenda, asse del male, noi contro loro e altri dettati di respiro globale: Brennan e i suoi hanno lavorato di zoom, mettendo a fuoco una strategia che “non è disegnata per combattere direttamente ogni singola organizzazione terroristica in ogni angolo del mondo”, ma si limita a perseguire il “demise”, la morte di al Qaida. Il metodo è quello che tante soddisfazioni ha dato ad Abbottabad: intelligence militarizzata che raccoglie informazioni sul campo, droni che ripuliscono le zone infestate senza troppi danni collaterali, incursioni kill-and-capture quando la situazione lo richiede. Una strategia che vive all'intersezione fra il Pentagono e la Cia, dipartimenti che non a caso il presidente Obama ha gestito con un meccanismo di cross-pollination che ha portato l'ex direttore dell'agenzia alla Difesa e l'uniforme più rispettata di Washington, David Petraeus, a Langley.
Non potendo citare il ruolo strategico dei droni – sono strumenti di operazioni clandestine della Cia e nove volte su dieci colpiscono un paese con cui l'America non è in guerra, nessuno alla Casa Bianca è autorizzato ad ammetterne l'esistenza – Brennan ha parlato di “unique assets”, valori imprescindibili nella strategia, perché volano ovunque senza chiedere il permesso e senza rischi per le truppe. Quello presentato da Brennan è il lato strategico e operativo della dottrina sponsorizzata dal vicepresidente, Joe Biden, durante il dibattito sul surge di truppe in Afghanistan nel 2009, gli stessi uomini che Obama inizia oggi a ritirare.
La chiamava “Counterterrorism Plus”, antiterrorismo potenziato, una campagna di operazioni chirurgiche filosoficamente opposta alla dottrina della “counterinsurgency” di Petraeus: condividere il territorio, difendere la popolazione, prendersi dei rischi per conquistare cuori e menti di chi non ha superato la soglia del fanatismo. Dopo aver tracciato a centrocampo la linea strategica, il grande gruppo della sicurezza nazionale di Washington si è diviso in due squadre; quella di Biden e Brennan è in vantaggio di tre gol: il primo lo ha segnato con la cattura di Bin Laden, il secondo con il “drawdown” dall'Afghanistan (più consistente di quanto suggerito dagli strateghi avversari) e il terzo è lo stesso documento strategico sull'antiterrorismo.
Davanti a una commissione del Senato il generale John Allen – fedelissimo di Petraeus e suo successore a capo delle forze in Afghanistan – e il viceammiraglio William McRaven, architetto del raid di Abbottabad, hanno spiegato con le dovute cautele linguistiche i principi della nuova dottrina militare. Spencer Ackerman, analista di Wired, sintetizza: “Meno tè, più terroristi ammazzati”. Ovvero: meno lavoro di penetrazione sul campo, di convivenza, più bombe notturne per allungare la lista dei terroristi uccisi. E Peter Mansoor, compagno di squadra di Petraeus dai tempi dell'Iraq, dice che “la campagna di counterinsurgency in Afghanistan è finita”.


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