Verso i ballottaggi

Milano tra il Piave e Stalingrado?

Redazione

Dopo un weekend definito dal premier da "guerra civile", la maratona elettorale verso il ballottaggio a Milano è ripresa oggi con un video messaggio di Silvio Berlusconi agli elettori. "Se vincerà Giuliano Pisapia, Milano diventerà la Stalingrado d'Italia".

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    Dopo un weekend definito dal premier da "guerra civile", la maratona elettorale verso il ballottaggio a Milano è ripresa oggi con un videomessaggio di Silvio Berlusconi agli elettori. "Se vincerà Giuliano Pisapia, Milano diventerà la Stalingrado d'Italia. Non credo – ha continuato il premier – che per noi milanesi sia una priorità veder costruire una bella moschea nella nostra città né che sia una priorità avere nuovi centri sociali spacciati per residenze artistiche e creative: non credo che vogliamo vedere le piazze di Milano riempite di bandiere rosse con la falce e il martello, con un sindaco che sembra vada a prendere tutti i giorni il caffé nei centri sociali. Non credo infine che vorremo consegnare la nostra città a chi promette progetti irrealizzabili e fare di Milano la Stalingrado d'Italia".

    Il sindaco uscente, Letizia Moratti, non ha commentato le dichiarazioni, ma ha invitato gli attori del ballottaggio di domenica prossima a Milano a parlare di programmi: "Purtroppo non è possibile un confronto col candidato Pisapia. Io sarei felice di rispondere a tutte le domande che possono aiutare a far capire ai cittadini milanesi quali sono i programmi concreti che proponiamo". Oggi però, ai giardini intitolati a Falcone e Borsellino, c'è stata la stretta di mano tra i due candidati sindaco, negata da Giuliano Pisapia alla conclusione del confronto televisivo su Sky, dopo che Letizia Moratti aveva citato una sentenza di condanna per furto d'auto a fini di rapimento a carico dello sfidante. "Ho stretto la mano che mi è stata data – ha detto Pisapia – come ho sempre fatto. Sono gentile e cortese, e stringo la mano a chi me la porge".
     

    Ieri il leader della Lega, Umberto Bossi, durante un breve comizio a un banchetto della Lega, ha detto: "Bisogna andare in cabina elettorale e votare bene, non possiamo tagliarci le balle con Pisapia. Oggi Milano dimostra se è o non è una capitale, perché se si riempie di zingari è un crimine contro i milanesi e tutta la Lombardia". “Per noi Milano è la linea del Piave”, aveva detto Matteo Salvini, il leghista che – dovesse farcela Moratti – sarà vicesindaco.

    Il capo dello  stato, Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale il presidente dell'associazione Stampa estera in Italia, Tobias Piller, ha usato il termine "hyperpartisanship", per descrivere in clima politico italiano: "C'è un eccesso di partigianeria politica", ha detto Napolitano.  

    Intanto la Commissione servizi e prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha deliberato, a maggioranza, di comminare a Tg1 e Tg4 la sanzione nella misura massima prevista dalla legge (258.230 euro), in quanto recidivi, e sanzioni di 100 mila euro ciascuno a Tg2, Tg5 e Studio Aperto. La decisione "alla luce degli esposti presentati per la situazione determinatasi nella serata di venerdì 20 maggio, nella quale si è avuta la trasmissione, in prime time, da parte dei notiziari Tg1, Tg2, Tg5, Tg4 e Studio Aperto, di interviste al presidente del Consiglio". Praticamente tutti i principali telegiornali nazionali in chiaro, ad eccezione del Tg3 e del Tg di La7, avevano dato spazio al leader del Pdl.

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