Teoria erotica
Le riviste erotiche (intese non come giornali porno ma come teorizzazione patinata dell'erotismo) sono uno dei massimi ostacoli a quella faccenda complicata chiamata sesso. Anche, cioè soprattutto, se sono fatte con le migliori intenzioni liberatorie, raffinate e politiche, come il blog sul sesso di Libération, che si chiama “Les 400 culs”, parafrasando un film di François Truffaut: ieri la scrittrice Agnès Giard denunciava una grave discriminazione: “Alla televisione francese le donne non hanno il diritto di godere se non con il pene".
Le riviste erotiche (intese non come giornali porno ma come teorizzazione patinata dell'erotismo) sono uno dei massimi ostacoli a quella faccenda complicata chiamata sesso. Anche, cioè soprattutto, se sono fatte con le migliori intenzioni liberatorie, raffinate e politiche, come il blog sul sesso di Libération, che si chiama “Les 400 culs”, parafrasando un film di François Truffaut: ieri la scrittrice Agnès Giard denunciava una grave discriminazione: “Alla televisione francese le donne non hanno il diritto di godere se non con il pene. Neanche gli uomini del resto”.
Sono esclusi dalla filmografia i giocattoli erotici e altre estremità corporali considerate invece utilissime ed espressione di libertà, e il peggio è che questa censura viene esercitata “in nome della dignità umana”, mandando così un messaggio di ipocrisia inaccettabile. Nel leggere questo blog (che si occupa anche dei luoghi comuni sulle qualità nascoste dei nani), si viene colti da un improvviso desiderio di cambiare la terra ai vasi, innaffiare le piante, lavorare all'uncinetto, avere mal di testa. E il fatto che anche i giovani e gagliardi studenti parigini (Sciences Po) abbiano fondato una elegante rivista erotica, chiamata l'Imparfaite (come ha raccontato ieri Anais Ginori su Repubblica), con foto e inchieste (“Si può essere in coppia e rimanere democratici?”) ribalta l'immaginario sulla dissolutezza della vita universitaria.
“Siamo convinti che attraverso il sesso si possano affrontare molte delle discipline umanistiche, come storia, politica, economia, filosofia, sociologia”, hanno spiegato gli studenti, che hanno anche usato se stessi come modelli: c'è una foto di tre ragazzi nudi sul divano Ikea, tutti e tre di spalle, uno addosso all'altro come nei trenini, due femmine e un maschio, ma non è immediato il messaggio sul grandioso divertimento. C'è un'inchiesta molto seria: in caso di ammucchiata con coiti ravvicinati, chi è il padre? La faccenda viene analizzata con l'aiuto rassicurante dell'accoppiamento fra balene, ed ecco che la mente vola agli scontrini della farmacia da recuperare per la dichiarazione dei redditi, al test per le intolleranze alimentari.
“La nostra generazione è cresciuta nell'universo pornografico – ha raccontato il direttore della rivista – mai così libero e accessibile, perfino banale”. Forse per questo bisogna rievocare i balli erotici del re di Francia nel 1783, inventarsi una proibizione, un tabù, fingere di essere ancora dentro un film di Bernardo Bertolucci (in cui però mancava il tempo di elaborare teorie sul nuovo erotismo). La rivista racconta le nuove tendenze, il barebacking, l'anal fisting (tutto spiegato attraverso scrupolosi reportage), e organizza cocktail “a sua immagine” per capire meglio il sesso, per renderlo anche chic. Il vantaggio notevole dell'uscita semestrale è che almeno due volte all'anno, leggendo l'Imparfaite, si può decidere di fare il cambio degli armadi.


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