Il processo breve passa alla Camera

Redazione

Il ddl sul processo breve è passato con 314 voti favorevoli e 296 contrari. Il testo torna adesso al Senato. L'opposizione ha già fatto sapere che proseguirà con l'ostruzionismo anche in Senato.

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    Il ddl sul processo breve è passato con 314 voti favorevoli e 296 contrari. Il testo torna adesso al Senato. "I numeri ci sono, sono numeri buoni", ha detto  Umberto Bossi, lasciando l'aula di Montecitorio subito dopo il risultato.

    Il segretario Pd Bersani ha reagito dichiarando: "Il governo nella coscienza degli italiani ha fatto un passo verso l'abisso. Ora sta a noi far comprendere la vergogna di questo provvedimento". L'opposizione ha già fatto sapere che proseguirà con l'ostruzionismo anche in Senato. "Abbiamo annullato tutti gli impegni, tutte le iniziative sul territorio, siamo qui in Parlamento pronti a rimanere tutto il tempo necessario per impedire, se possibile, che la norma sulla prescrizione breve sia approvata. Continueremo la nostra battaglia in Senato". Lo afferma Marina Sereni, vicepresidente dell'Assemblea nazionale del Pd.

    La seduta ha preso il via con una polemica del Pd contro il presidente della Camera Gianfranco Fini. Il deputato Roberto Giachetti ha attaccato il leader di Fli per le sue recenti decisioni sull'andamento dei lavori. "Da quando la Lega e il Pdl l'hanno criticata, lei si è comportato come il peggiore presidente", ha detto Giachetti, che ha invece difeso l'operato di Rosy Bindi. Immediata la difesa di Fini da parte del leader Udc Pierferdinando Casini: "Sono allibito di fronte all'intervento di Giachetti. Lei presiede impeccabilmente, mentre ciascuno la vuole tirare dalla propria parte. Il suo intervento, Giachetti, è completamente fuori luogo perchè dimostra una concezione del parlamento per cui il presidente si difende solo se fa ciò che ci fa comodo, mentre il presidente deve essere terzo".

    "E' necessario un clima di maggiore serenità, altrimenti non si arriva da nessuna parte". Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, interpellato a margine di un convegno sul processo breve, sul duro confronto in atto alla Camera. Bagnasco non ha voluto entrare nel merito e, alla domanda se le misure in discussione pongano le basi per una reale riforma della giustizia, ha risposto che "queste sono questioni tecniche".

    Fuori da Montecitorio un manipolo di persone, circa cinquanta, è radunato in contestazione. Il relatore del testo sul processo breve, Maurizio Paniz, verso l'ora di pranzo è uscito dall'Aula per dialogare con i manifestanti, in prevalenza aquilani e cittani di Viareggio che temono la prescrizione dei processi per il crollo della casa dello studente di l'Aquila e per l'incidente ferroviario 29 giugno 2009. Paniz ha ribadito quanto già detto ieri dal Guardasigilli Angelino Alfanoieri: "I reati per la tragedia di Viareggio si prescrivono in un tempo lontanissimo: 23 anni e 4 mesi. Analoghe considerazioni – aggiunge – valgono per il processo dell'Aquila. La prescrizione dei reati diminuirebbe solo di pochi mesi". Qualcuno ha obiettato: "Ma allora perché tanta fretta?", "Ci lavoriamo esattamente da un anno e due mesi" ha risposto il relatore. "Fatti drammatici citati a sproposito" è il commento di Fabrizio Cicchito. E' stato annullato il corteo al Pantheon, i manifestanti hanno deciso di rimane davanti a Montecitorio in attesa del voto serale sul provvedimento.

    Il segretario dell'Associazione nazionale magistrati Giuseppe Cascini, commentando il provvedimento in esame alla Camera, ha evidenziato che: "La prescrizione breve porterebbe un alto tasso di impunità per una serie di reati". Il presidente dell'Anm, Luca Palamara, ha aggiunto: "L'organismo valuterà eventuali forme di protesta in caso di approvazione delle norme sul cosiddetto processo breve, ma soprattutto farà sentire la sua voce".

     

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