Il sud nichivendoliano di Desiati è pronto a vincere il premio Strega
Sant'Ippazio è il protettore delle parti basse. Nel piccolo paese di Tiggiano, nel profondo del Capo Leuca, le donne portavano fino a non molto tempo fa, le mutande in voto per preservare i mariti da guai alle loro ernie, nonché la loro virilità. Non è un caso che l'ortaggio che si vende alla fiera di Sant'Ippazio sia la fallica carota bianca chiamata pastenaca. Dall'altra parte del Salento c'è Scorrano, la capitale delle luminarie.
Sant'Ippazio è il protettore delle parti basse. Nel piccolo paese di Tiggiano, nel profondo del Capo Leuca, le donne portavano fino a non molto tempo fa, le mutande in voto per preservare i mariti da guai alle loro ernie, nonché la loro virilità. Non è un caso che l'ortaggio che si vende alla fiera di Sant'Ippazio sia la fallica carota bianca chiamata pastenaca. Dall'altra parte del Salento c'è Scorrano, la capitale delle luminarie. La sua santa protettrice Domenica viene festeggiata con spalliere e archi di luce fastosi che sono famosi in tutto il mondo. Ed è grazie a tutta questa sontuosa epica da sud del sud dei Santi, dunque in piena poetica carmelobeniana che “Ternitti”, (Mondadori, pp.258), l'ultimo romanzo di Mario Desiati, può ben vantare profluvi di narrazione idiomatica e agiografica. Un Sud nichivendoliano nel senso proprio della “narrazione politica” perché il “Ternitti” che vuol dire amianto, eternit, ma anche tetto, è metafora che sa proprio cosa voler dire. Nella prima parte del romanzo, infatti, sarà solo amianto, ma nella seconda parte ternitti vorrà dire esclusivamente tetto, perché proprio su un tetto si tireranno le fila della storia.
Ippazio detto Pati è il protagonista maschile, Domenica, detta Mimì è, invece, quella femminile. Siamo nel 1975, Pati è un operaio che lavora in una fabbrica d'amianto e seduce una ragazzina di nome Mimì che vive assieme a lui in un grande dormitorio per emigranti in Svizzera. Passano quindici anni e Pati è sparito, la ragazzina ha lasciato la Svizzera, è diventata una donna e ha una figlia. Dov'è finito Pati, e soprattutto di chi è figlia Arianna?
Il romanzo, destinato allo Strega, inteso come premio, e non nel senso del sabba, racconta queste vicissitudini. Ed è anche storia di santi e madonne randagie, come le chiama Desiati, queste donne un po' angelicate e ovviamente lussuriose della sua terra, sempre tarantolata. E sono anche cantate di emigrazione, di solitudini e ragazze abbandonate. C'è il paese che accoglie Mimì da principessa e da modello di vita. E poi ci sono i maschi, resi vigliacchi dalla loro natura di ladri di piaceri sempre più sporchi, che chiedono le palle ai santi e non a loro stessi, in contrasto con donne coraggiose che invece chiedono soltanto di ascoltare i loro cuori.
E' una favola che accade su una terra pietrosa, popolata da fantasmi che si annidano nei fossili di un suolo traboccante di tufo come il Salento. Sono pietre che muovono guerra contro amianto. E le pietre si guadagnano il senso di essere muri in contrapposizione al cemento amianto che, invece, si fa ternitti, ossia materia di quei tetti, su cui, nel gran finale del romanzo si disveleranno i destini di tutti i suoi protagonisti. Santi patroni compresi. I famosi protettori delle parti basse.


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