Caro Ginzberg, il tuo vangelo è un aiuto ai mozzorecchi

Giuliano Ferrara

Ci sono le donne che adottano il bambino nato sul barcone e i pescatori seriamente danneggiati dall'afflusso di clandestini e di rifugiati che bloccano l'ingresso del porto di Lampedusa per evitare che la guardia costiera porti in salvo altri barconi. Ho anche detto che la paura e la tutela dalla paura, come sa chi sa qualcosa della nascita contrattualista dello stato moderno, sono il motore fondamentale della comunità politica, e che uno stato liberale, non mostruoso, non può vivere sulla paura, deve però governarla.

    Al direttore - L'ho sentita a Radio Londra. Io non sono per nulla devoto. Ma preferisco stare dalla parte di quegli ingenui – raccolti non mi ricordo più se a destra o sinistra – cui fu detto: “Avevo fame e mi deste da mangiare; avevo sete e mi deste da bere; ero straniero e mi accoglieste; ero nudo e mi copriste; ero infermo e mi visitaste; ero prigioniero e mi veniste a trovare”.
    di Siegmund Ginzberg


    Caro Ginzberg, a Radio Londra (www.ilfoglio.it, controllare per credere) ho detto che la crisi migratoria è grave e chi lo nega è un pezzo di cretino o un demagogo, che abbiamo dato prove buone di accoglienza e integrazione, che è spettacolare la nostra capacità, radicata nella cultura cristiana, di tendere la mano a chi ha bisogno; ho aggiunto che il popolo, non noi giornalisti e intellettuali nelle nostre belle case riparate, ma il popolo, ha paura degli arrivi selvaggi, fuori controllo, e che non bisogna gettargli addosso la colpa per questo. Ci sono le donne che adottano il bambino nato sul barcone e i pescatori seriamente danneggiati dall'afflusso di clandestini e di rifugiati che bloccano l'ingresso del porto di Lampedusa per evitare che la guardia costiera porti in salvo altri barconi. Ho anche detto che la paura e la tutela dalla paura, come sa chi sa qualcosa della nascita contrattualista dello stato moderno, sono il motore fondamentale della comunità politica, e che uno stato liberale, non mostruoso, non può vivere sulla paura, deve però governarla. Infine ho detto che l'immigrazione deve essere graduale, controllata, sicura, e che spararla grossa, in tema di solidarietà e di accoglienza, è un facilismo. Insegnarmi il vangelo, con la precisazione di non essere devoto, ma chissà, forse libertino, è un omaggio conformista alla campagna di violenta denigrazione di quel che dico e del mio diritto di dirlo, un cadeau ai mozzorecchi de sinistra non particolarmente comprensibile, né bello, in una persona intelligente, seria e coltivata come lei.

    • Giuliano Ferrara Fondatore
    • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.