Bossi: "Meglio rimandarli a casa"

Emergenza sanitaria a Lampedusa. Attesa la visita del Cav.

Redazione

"A Lampedusa la situazione è inaccettabile e tutte le regioni devono fare la loro parte", è il monito di Giorgio Napolitano, che chiede "coesione e solidarietà da tutto il paese per affrontare quella che è anche comunque una faccenda europea".

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    "A Lampedusa la situazione è inaccettabile e tutte le regioni devono fare la loro parte", è il monito di Giorgio Napolitano, che chiede "coesione e solidarietà da tutto il paese per affrontare quella che – ricorda il Presidente della Repubblica – è anche comunque una faccenda europea. Lancio un appello – ha detto infine – allo spirito di solidarietà e coesione che si deve mantenere. Non è possibile che in una regione si accettino sacrifici e in un'altra no".

    Uno dei primi a raccogliere l'invito del capo dello stato è il presidente del Piemonte Roberto Cota: "Nella riunione di domani con il ministro Maroni confermeremo la disponibilità a collaborare per far fronte all'emergenza profughi ribadendo di considerare anche la presenza di immigrati che ci sono già sul territorio e in Piemonte la concentrazione è alta".

    Le condizioni nell'isola di Lampedusa  sono di giorno in giorno più precarie: il sovraffollamento e la promiscuità delle migliaia di immigrati sbarcati negli ultimi giorni "potrebbero portare la situazione fuori controllo se non si procede a svuotare l'isola prima possibile", dice Tullio Prestileo, dell'Istituto per la salute delle popolazioni migranti, giunto ieri sera a Lampedusa assieme agli ispettori del ministero della Salute e al delegato dell'Oms. Il gruppo è in queste ore impegnato in controlli e verifiche della situazione, da cui non emerge, al momento, "un rischio immediato di epidemie, ma dopo le prime valutazioni  – spiega Prestileo – è chiaro che la situazione igienica è molto preoccupante e se le cose continuassero così ancora per giorni la situazione potrebbe andare fuori controllo e degenerare”. Con gli ispettori è presente anche l'assessore alla Salute della Regione siciliana Massimo Russo: “Abbiamo appreso che duemila immigrati sono rimasti senza cibo”.

    Al momento sono oltre 6.000 gli immigrati presenti sull'isola di Lampedusa, la gran parte dei quali sistemata nei pressi del porto per mancanza di spazi. Tra loro ci sono anche i quasi 200 eritrei, tra cui molti bambini e donne, salvati la notte scorsa dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza poco prima che il barcone su cui si trovavano affondasse. I naufraghi sono stati raggiunti a una trentina di miglia dall'isola. Subito dopo il trasbordo l'imbarcazione è colata a picco.

    Un incontro governo capigruppo di maggioranza è stato programmato per domani, prima del consiglio dei ministri, dedicato all'emergenza immigrazione. "E un incontro che avevamo chiesto da qualche giorno  – ha precisato il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri –  in realtà il contatto è costante e permamente ed è finalizzato a dare il massimo sostegno alle più decise azioni che il governo intendesse adottare e che noi ci attendiamo assuma. Per noi contano gli atti e il governo  – ha concluso Gasparri – deve distinguere tra i profughi da accogliere con la condivisione della comunità internazionale e i clandestini che sono coloro che, soprattutto dalla Tunisia, vengono in Italia senza alcuna ragione e che, quindi, da clandestini vanno trattati”. Più duro il commento del leader della Lega Umberto Bossi: “"Fora d'i ball… Nessuna regione disposta ad accoglierli, meglio prenderli dall'isola e rimandarli a casa”.

    Oggi sono ripresi i trasferimenti degli immigrati da Lampedusa in altri centri di accoglienza italiani. Sono previsti infatti sei ponti aerei per trasferire conquecento extracomunitari e una nave civile che dovrebbe trasportarne alti ottocento. L'annuncio è stato dato dal sindaco dell'isola Bernardino De Rubeis.

    Ma la nuova massiccia ondata di sbarchi di immigrati sull'isola di Lampedusa, oltre 18.500 dal primo gennaio, non è solo un'emergenza umanitaria ma anche giuridica. Tecnicamente tutti i migranti arrivati dal Nordafrica e negli ultimi giorni anche dall'Eritrea e dalla Somalia al loro ingresso in Italia risultano clandestini, quindi vanno iscritti obbligatoriamente nel registro degli indagati per immigrazione clandestina. Ma la Procura di Agrigento, competente per territorio, non ha potuto farlo perché "mancano sia le risorse umane che i computer". Il Procuratore di Agrigento, Renato Di Natale, ha denunciato: "L'iscrizione nel registro degli indagati per gli oltre 18.000 immigrati è ma materialmente impossibile. Non avremmo la capacita' di poterli iscrivere tutti, ma non farla sarebbe omissione d'ufficio".

    Con il passare dei giorni si è aperto un altro corridoio dell'immigrazione: il sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, ha fatto sapere che dal 15 febbraio ci sono stati circa 120 arrivi al giorno. Il confine francese ha però respinto qualsiasi ingresso, costipando i migranti lungo la costa ligure. "C'è il rischio che altre due o tremila persone dirette verso la Francia, la Germania, il Belgio o l'Olanda scelgano di passare dai valici di Ventimiglia. Ma la Francia ha ristabilito controlli ferrei: la polizia francesce ogni giorno procede con i respingimenti. Questo ci preoccupa perché non siamo attrezzati", ha detto il sindaco, "E' inaccettabile che questo problema sia affrontato solo a livello italiano. E' un problema europeo, da risolvere tutti insieme".

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