Alfabeta2 rigetta l'accusa di zdanovismo, versioni opposte sulla censura
Il guest editor del nostro focus mi dice di rispondere così, e io obbedisco al suo comando: voi non pubblicare, io criticare censura. Voi Jane, io Tarzan.
Ma questa è comunque la versione di Angela Azzaro, confermata da riscontri molto precisi:
Al direttore - In riferimento all'articolo di Nicoletta Tiliacos apparso il 24 marzo, si precisa che nessuno dei redattori di alfabeta2 ha “commissionato” alcun articolo ad Angela Azzaro. Progettando il numero 8 della rivista, in edicola ad aprile, il guest editor del nostro focus di approfondimento, Massimo Ilardi, ci aveva proposto alcuni interventi sul tema dei Consumi, fra i quali non era previsto quello poi propostoci da Angela Azzaro. Nessuno di noi aveva pensato di trattare fra i consumi anche quello sessuale, né di collegarlo ai modelli televisivi del ventennio berlusconiano, ritenendo tale questione troppo delicata e complessa per ridurla in un solo breve articolo.
Ha ragione Tiliacos a ricordare che su questo è in corso un'ampia e problematica discussione a sinistra: non è un caso che alfabeta2 all'immagine culturale della donna e alle specificità della sua condizione sociale abbia dedicato in passato ben due suoi numeri (non commentati, se non sbaglio, né dal Foglio né da Gli Altri). A fronte degli altri articoli del focus quello in questione è stato giudicato, oltre che estraneo ai temi concordati, troppo sbrigativo e schematico – nonché distante dall'identità politica della rivista. Alfabeta2 non è certo interprete di un pensiero unico: difficile per esempio sostenere che l'idea di interpretare i conflitti della nostra società attraverso i desideri consumistici collimi con lo spazio che diamo al pensiero della Decrescita. Concludo rivendicando però il diritto – di una rivista o di un quotidiano – a non pubblicare un determinato articolo, sia per come è scritto sia per quello che dice. Senza che – al modo di Pavlov – si debba per ciò evocare Zdanov.
Andrea Cortellessa
Il guest editor del nostro focus mi dice di rispondere così, e io obbedisco al suo comando: voi non pubblicare, io criticare censura. Voi Jane, io Tarzan. Ma questa è comunque la versione di Angela Azzaro, confermata da riscontri molto precisi: “Sono stata invitata a scrivere su alfabeta2 da Massimo Ilardi, a cui la redazione della rivista aveva chiesto di curare una parte dedicata al fenomeno dell'iper consumo e, attraverso questo tema, di rivisitare alcune categorie del moderno, cioè libertà, conflitto, desiderio, spazio pubblico, fede. Massimo mi aveva chiesto di scrivere sulla città e le donne, a partire anche dalla recente manifestazione del 13 febbraio. Ho scritto un pezzo nel quale, in sintonia con il pensiero di Ilardi, sostengo che il desiderio e il consumo possono essere luogo di conflitto e affermazione di sé. Cioè non sono necessariamente il male assoluto, e fino a che la sinistra non lo capirà, non sarà in grado di parlare a molte persone. In particolare ho provato a ragionare su alcune figure chiave come le veline e le escort, in generale ho riflettuto sul rapporto tra l'immaginario televisivo e le donne.
Dopo avere mandato tutti i pezzi alla redazione di alfabeta2, con Massimo ha parlato il caporedattore della rivista Andrea Cortellessa, critico letterario che insegna alla Sapienza e che scrive (credo lo faccia ancora) sulla Stampa. Secondo Cortellessa il mio articolo è incompatibile con la rivista e con posizioni di sinistra, quindi ha detto che non verrà pubblicato. Ha detto che loro non pubblicano articoli filo berlusconiani”.
Tiliacos aggiunge che naturalmente alfabeta2 può rifiutare tutti i pezzi che vuole. Ma il fatto che a essere accusata di filo berlusconismo sia la Azzaro (per capire con che razza di fondatezza basterà leggere il pezzo rifiutato, in versione integrale sul Foglio online), ovvero la ex caporedattrice di Liberazione, beh, siamo autorizzati a meravigliarci. O no?


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