Il ministro che piangeva in pubblico per le quote rosa
Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha annunciato in lacrime di voler lasciare il gruppo del Pdl, dopo che la maggioranza non ha appoggiato il rinvio della legge sulla libera imprenditorialità. A chi le ha chiesto se intenda restare al governo, Prestigiacomo ha risposto: "Resto finché Berlusconi lo riterrà".
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Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha annunciato in lacrime di voler lasciare il gruppo del Pdl, dopo che la maggioranza non ha appoggiato il rinvio della legge sulla libera imprenditorialità. A chi le ha chiesto se intenda restare al governo, Prestigiacomo ha risposto: "Resto finché Berlusconi lo riterrà".
Il ministro all'Ambiente aveva chiesto a nome del governo di rinviare in commissione la proposta di legge – poi approvata dai deputati con 283 sì, 190 no e 2 astenuti – che contiene interventi per agevolare la libera imprenditorialità e per il sostegno del reddito. La Prestigiacomo aveva spiegato ai deputati che stava lavorando a una soluzione da inserire nel Milleproroghe e per questo chiedeva il rinvio del testo in commissione. Il rinvio però è stato bocciato per soli tre voti di scarto con la maggioranza, che ha votato contro il governo, e la minoranza che lo difende.
Contestualmente alla bocciatura, dai banchi del Pdl sono partite le grida "dimissioni, dimissioni". Stefania Prestigiacomo ha accusato il capogruppo Pdl, Fabrizio Cicchitto, di non averla ascoltata e di aver esposto il governo a un voto che poteva metterlo in difficoltà.
La replica di Cicchitto: "Sono assai spiacente per ciò che ha dichiarato il ministro Prestigiacomo, ma ho il dovere in primo luogo di ascoltare i parlamentari del gruppo che hanno lavorato per lungo tempo a questo provvedimento senza che fosse venuta nessuna indicazione diversa da parte del ministro. Su questo provvedimento che va incontro alle esigenze delle piccole imprese, si è registrato un largo schieramento favorevole che è andato al di là della maggioranza avendo avuto il consenso dell'Udc e di Fli".
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: "La situazione è questa: è evidente che anche il centrodestra non crede a quel che dice cioè che il Paese è governabile e possono garantire la stabilità. Ogni giorno si testimonia un altro film, dal 14 dicembre è successo qualcosa e aver salvato la pelle non vuol dire aver salvato la prospettiva".
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