A proposito di Camillo Langone e la lobby di Dio

Redazione

Al direttore - Non è un servizio alla verità e infatti si è fatto venire da vomitare scrivere di Roberto Formigoni, Cdo, Memores Domini, quel che ha scritto ieri Camillo Langone. Cristo non ha portato nel mondo gente ispirata e priva del senso dei propri difetti, ma Lui stesso e tutta la Sua amicizia in Spirito e Corpo che attraversa il tempo e sostiene il senso razionale anche della liturgia e dei vangeli: si chiama chiesa.

Leggi Mi chiamo Camillo Langone e sono un detrattore dei machiavellici CdoMi chiamo Camillo Langone e sono un estimatore dei miei amici ciellini di Camillo Langone

    Al direttore - Non è un servizio alla verità e infatti si è fatto venire da vomitare scrivere di Roberto Formigoni, Cdo, Memores Domini, quel che ha scritto ieri Camillo Langone. Cristo non ha portato nel mondo gente ispirata e priva del senso dei propri difetti, ma Lui stesso e tutta la Sua amicizia in Spirito e Corpo che attraversa il tempo e sostiene il senso razionale anche della liturgia e dei vangeli: si chiama chiesa, è arrivata anche a Formigoni, ai Memores, alla Cdo, a Carrón e perfino a me. Tutte persone limitate come limitate sono (purtroppo) tutte le cose temporali, spaziali, umane. Eppure, nel tempo e nello spazio, può passare ad altri uomini quel bene che ha per oggetto l'uomo stesso, l'uomo per sé e in sé, senza distinzione di razza, cultura, religione, colore politico; quel bene che anche gli indici di progresso materiale della Lombardia dimostrano che obbiettivamente è passato e continua a passare da certo modo di vivere il cristianesimo nella regione da molti anni guidata da Roberto Formigoni e vissuta con passione civile anche da tanti suoi amici. Grazie.
    Luigi Amicone

    La risposta di Giuliano Ferrara a Luigi Amicone - Carrón mi pare un prete intelligente con il quale si può non andare d'accordo senza drammi, Camisasca un gran bel tipo di sacerdote, Formigoni un politico che mi fa spesso imbestialire ma alla fine un governatore con i fiocchi, sui Memores ho sentito in Langone una sfumatura Dan Brown, e quanto agli affari e al potere, sapete bene che non sono un moralista, sono così sacrilego da non avere fede come dono di grazia eppure credo nella chiesa carnale, terrena, istituzionale, culturale; però l'esagerazione nella contraddizione, che è la scelta di Langone per raccontare il suo malessere, è un modo di manifestarsi della verità o di qualcosa che le assomiglia. E Cl potrebbe francamente essere più bella.
    Giuliano Ferrara

    Al direttore - Ho finito adesso, è sera, di leggere i due commenti di Langone al libro di Pinotti. Temo che Langone – che in genere leggo volentieri – nella seconda parte, quella dove parla della Cdo, citando a capocchia anche i Memores Domini, sia caduto in quell'atteggiamento superficiale e distorto di Pinotti (da lui stesso denunciato). E' un peccato parlar male di cose che né si conoscono, né soprattutto si capiscono. Grazie per l'ospitalità.
    Giancarlo Cesana

    Al direttore - Mi sia concessa un'umile appendice a ciò che ha scritto quel genio sempre sorprendente di Camillo Langone sulle lobby di Dio. La capacità di Cl, come quella di altri movimenti, di appassionarsi e appassionare gli altri alla fede, li fa volare in alto. Qualcuno riesce a vederli come palloni, ma perché meravigliarsi se si sente denigrare chi vola in alto? Basterebbe ricordare ciò che scrisse Richard Bach: “Ciò che il bruco chiama fine del mondo, Dio lo chiama farfalla”. I movimenti, uniti alla chiesa, che lavorano per la chiesa, cercano di non ridurre il Vangelo di Cristo a verità privata per non esserne privati. Così, più o meno, suggeriva già sant'Agostino. E così da allora son sempre stati intimiditi e denigrati.
    Ettore Gotti Tedeschi

    Al direttore - Mi chiamo Padre Aldo e sono un semplice prete che vive con gioia il suo essere uomo e missionario (in Paraguay) nell'appartenenza a Comunione e Liberazione. Come spesso mi capita, quando sono arrivato in Italia ho letto il suo giornale. Ma contrariamente ad altre volte ho avuto una cattiva sorpresa leggendo il doppio articolo di un certo Camillo Langone, un “Carneade” per me che vivo sperduto nei tropici. Camillo come il famoso don Camillo, però a differenza del personaggio di Guareschi che rallegrava il mio cuore di ragazzo, questo Camillo mi ha lasciato con la bocca di chi mangia un frutto crudo – come ad esempio un mela cotogna che ti lega la bocca. Nella prima parte il signor Camillo si vanta di avere come amici certe persone che conosco bene e questo mi lascia perplesso, non certo per la relazione che hanno con lui (viva le relazioni più ampie possibili) ma perché mi ha provocato una domanda: questa amicizia come può non generare una vera curiosità nell'amico Camillo per conoscere il cuore di un carisma nato dallo spirito e proposto a dei peccatori (e che razza di peccatori: mi sto guardando allo specchio) i quali fra miserie e debolezze cercano di viverlo come la loro libertà gli permette? Come può non suscitare quel rispetto che merita ogni esperienza umana che nasce dalla fede e per le persone che tentano di viverla? Due anni fa quando nel mio paese (Paraguay) ci sono state le elezioni presidenziali abbiamo combattuto con tutte le nostre energie invitando, con motivi più che ragionevoli, il popolo a non votare la lista della coalizione guidata da un ex vescovo. Siamo stati sconfitti politicamente ma la vittoria della verità, testimoniata dalla nostra amicizia, come affetto al destino “dei vittoriosi”, ha in breve tempo cambiato l'atteggiamento reciproco. In questo modo siamo diventati amici fino al punto che il vicepresidente ogni lunedì mattina alle cinque e mezza recita le lodi con noi preti della parrocchia. Don Giussani ci ha sempre detto che l'amicizia è una compagnia appassionata alla verità dell'altro, suo destino ultimo. Mentre lei con i suoi due articoli che ostentano schizofrenia esprime il suo pregiudizio nel descrivere in modo fantasioso e grottesco ciò che il carisma di don Giussani ha generato mediante dei peccatori che fin dalla loro giovinezza hanno aderito con passione all'entusiasmo della proposta di questo grande sacerdote milanese. Per di più si permette di esprimere opinioni non solo menzognere ma anche di cattivo gusto su persone che hanno grandi responsabilità dentro l'esperienza stessa del movimento! Per esempio contrappone Carron a Giussani, quando il fondatore di CL lo ha chiamato non certo a garantire “una vigilanza burocratica” sul movimento, come ingiustamente e da ignorante dice. Non solo ogni uomo ha il temperamento che Dio gli ha dato, una propria personalità, ma mai come adesso a tutti noi, peccatori, farabutti, invischiati in tutte le miserie, risulta ancora più chiaro, più grande, più bello, più profondo ciò che Giussani ha creato. Posso dire, ad esempio, che nel mio continente, l'America Latina, grazie alla testimonianza, all'affetto paterno di don Carron per ognuno di noi l'intera esperienza di CL è rinata, sta vivendo una nuova primavera, una fioritura impressionante di umanità e perfino un incremento quantitativo da tempo sconosciuto. Quello che lei, signor Camillo, definisce freddezza e distacco, usando parole pesanti e improprie, di fatto rivela una paternità, un'affezione che ci riporta sempre all'origine del fatto cristiano, del carisma, dandoci la gioia di sentire viva e attuale la presenza di Giussani. Come mi piacerebbe che lei potesse ascoltare quando Carron ci parla dell'umano, dell'io, dell'avvenimento cristiano! Sono convinto che se il suo cuore è semplice come quello dei miei bambini o dei miei malati di AIDS rimarrebbe commosso e si renderebbe conto della bellezza e attualità del carisma di Giussani. La stessa Compagnia delle Opere, come quella che vive e opera nella mia parrocchia di Asuncion, non ha niente a che fare con i giudizi che lei esprime perché è solo il frutto commosso di centinaia di persone toccate dal carisma di Giussani le quali seguono oggi la provocazione continua che Carron fa alla nostra umanità, alla nostra libertà, al nostro compromesso con la realtà. I difetti non mancano, ci si deve sporcare le mani, ma il cuore che sta all'origine di tutto vibra nella passione per Cristo. Allo stesso modo vibra il cuore di tanti amici che fanno la Cdo in tutto il mondo. Grazie.
    Padre Aldo Trento, missionario in Paraguay. 

    Al direttore - Per potersi atteggiare a cattolico tradizionalista, Camillo Langone dovrebbe conoscere qualcosa in più della Tradizione. Quando scrive che i Memores Domini non sarebbero, ecclesialmente parlando, né carne né pesce, dà prova di palese ignoranza: i laici consacrati esistono nella Chiesa sin dalle origini per quanto riguarda le donne (vedi l'Ordo Virginum presente in quasi tutte le diocesi), e sin dal XIII secolo in forma organizzata per quanto riguarda i maschi (i Terz'Ordini francescano e domenicano). Poi arriveranno gli Istituti secolari del decreto Ecclesia Catholica di Leone XIII nel 1889. Inoltre l'ermeneutica dualista che Langone fa di Cl, che si riassume nello schema artisti-mistici-giornalisti= buoni;  politici e imprenditori= cattivi, non è da Destra Divina, ma da Sinistra Politicamente Corretta.
    Rodolfo Casadei

    Al direttore - Di solito sono un vero ammiratore di Camillo Langone,  soprattutto per il suo anticonformismo non buonista. Leggo, ora, che anche lui,  purtroppo, si è accodato alla “lobby del demonio”, che ha sempre preso spunto dai difetti (talora solo presupposti), che comunque sono di tutti, per negare  la verità del tutto (vedansi le geniali lettere di Berlicche). Occorrerebbe, forse, un esoricista. Consiglio a Langone di leggere la regola di San Benedetto. Così: tanto per verificare se anche quella, a proposito di obbedienza, lo fa  vomitare.
    Giuseppe Zola

    Al Direttore - La lettera di Amicone e le citate conoscenze personali mi sembrano troppo solide per poter concludere che "Langone ovviamente esagera ma CL potrebbe essere più bella". E' troppo banale dire che ciò che è umano è anche migliorabile, senza essere indotti a pensare che si tratta di una moralistica insinuazione di negatività sull'esperienza di Cl. Ovviamente ognuno può simpatizzare per quello che vuole: basta essere meno ambigui. Non è che Langone sul Foglio un giorno fa la morale a chi vuole e un giorno fa l'elenco dei regali che devono fargli per Natale con tanto di marche e materiali che più precise di così potevano solo essere le cafonissime liste di nozze. 
    Luciano Tarquini

    Al Direttore - A ognuno il suo. Langone si fa aiutare dai suoi amici ciellini a classificare le sante messe, le candele più o meno vere, le panche più o meno imbottite, i canti più o meno tridentini, le prediche non parliamone. Formigoni si fa aiutare dai suoi amici ciellini a far viaggiare qualche treno per i pendolari nonostante la finanziaria, a garantire  una sanità tra le migliori al mondo, a arrivare primo nelle classifiche per la formazione scolastica. Così, tirate le somme, dato a Langone quel che è di Langone, a Formigoni quel che è di Formigoni, e ai ciellini quel che è dei ciellini, grazie alle belle messe di Langone e al buon governo di Formigoni, alla fine, come nelle favole, qualcuno può vivere un po' più felice e contento. O anche solo un po' meno affaticato. Che è comunque un gran bel risultato
    Emiliano Ronzoni

    Gentile signor Langone, dopo anni di silenzioso compiacimento nel trovarmi d¹accordo con Lei praticamente su tutto – dalla cucina alle Messe fino al tabarro! – oggi finalmente trovo qualcosa su cui non lo sono. Meno male: non sono d'accordo su tutto nemmeno con mia moglie, cominciavo a preoccuparmi. Si tratta della pagina su Comunione e Liberazione, e in particolare della seconda parte. Dato che Lei parte da una posizione non preconcetta e ostile, cosa rara di questi tempi, mi sento libero e sereno nel rivolgerLe le mie osservazioni, così come la mia esperienza mi suggerisce.  Primo punto, la questione Giussani/ Carron. Mi sembra che Lei cada in un errore che spesso viene fatto allorché ci si trova di fronte a una persona di carisma eccezionale e ai suoi collaboratori e/o successori: Giussani sì che era un santo, i suoi collaboratori invece e non parliamo dei successori! È la stessa dinamica che porta molti a separare Cristo dalla Chiesa (Cristo era un grande, già i suoi discepoli erano dei poveretti, la Chiesa oggi, non parliamone). Questa impostazione quando è stata vissuta all¹interno della Chiesa è stata storicamente perniciosa perché ingenera una pericolosa gara a chi è il vero custode dell¹eredità, e conduce inevitabilmente alla divisione e a una visione nostalgica che è proprio l'opposto del cristianesimo. Basti pensare ai Francescani che hanno cominciato a litigare su chi era più fedele al carisma del santo appena questi è morto. Io ho conosciuto Giussani che avevo 14 anni, e posso dire che mi è stato padre nella fede. Conosco Carron. Ha meno della mia età. Ho apprezzato profondamente il fatto che si è posto nei miei confronti non pretendendo di sostituirsi a Giussani nel rapporto di paternità/figliolanza, ma accompagnandomi come un fratello a vivere più profondamente la mia figliolanza verso Giussani. Non ho nostalgia di Giussani, perché Carron me lo rende ogni giorno una presenza viva, che magari ha dei tratti somatici e temperamentali diversi, ma ben vengano, sono una ricchezza ulteriore.   Secondo punto, Cl e la Cdo. Per me è evidente che in ogni gesto che compio gioco la mia faccia, e gioco la mia appartenenza a Cl, non perché Cl sia coinvolta direttamente in quello che faccio, ma perché capisco che chi conosce la mia storia e mi guarda agire è istintivamente portato a paragonare ciò che faccio con ciò in cui affermo di credere. Chiedo tutti i giorni al Signore di fare di me un Suo testimone credibile, non sempre ci riesco. Il confine fra Cl e la CdO (che poi è il confine fra l'appartenenza a un movimento e il proprio agire quotidiano, che va dal modo con cui guidi la macchina a come tratti i tuoi colleghi) è quello che è nel cuore di ciascuno; posso dirle che, per i rapporti che ho, sono più le persone che vivono questa tensione a essere testimoni credibili di quelle che a priori la negano. Poi, come dice il suo direttore, a volte CL potrebbe essere più bella, la CdO potrebbe essere più bella. E chi di noi non potrebbe essere più bello? Terzo punto: i Memores Domini. Sapesse che grazia è per chi, come me, è sposato, sapere che ci sono queste persone, che vivono una vocazione diversa! Grazia, perché la loro presenza mi aiuta a cercare di vivere la mia vocazione con la stessa profondità con cui vivono la loro. Magari senza mettere le dita negli occhi a mia moglie. Un ultimo punto riguarda il comune valoroso amico vescovo a San Marino/Pennabilli. In questo tempo di Natale mi colpisce sempre pensare che Cristo ha voluto nascere a Betlemme. Se fosse nato a Roma, magari avrebbe avuto più audience, invece quello che rende grande ai miei occhi il vescovo Negri è lo spettacolo del come vive l¹obbedienza alla strada misteriosa che il Signore ha tracciato per lui e non cessa di spendere la propria vita, lì dove si trova, per la gloria di Cristo. Il resto sono nostalgie (vedi sopra) di poco peso. Se passa da Milano una domenica, la invito a sentir Messa alle 10 in San Nazaro, corso di Porta Romana. Sono certo che ne sarà consolato. Grazie per la testimonianza che dà nei suoi scritti, e per la pazienza con cui si è letto questa lunga lettera. Buon Natale  
    Sandro Chierici

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